Magia, superstizione e incantesimi Segni delle divinit e formule magiche Magia e medicina La parola aveva un forte valore magico e veniva usata dagli oracoli spesso in modo ambiguo, tanto da suscitare dubbi nell interpretazione. I vati erano ascoltati anche da uomini illustri, mentre i filtri d amore (venena) e le pratiche magiche venivano preparate da fattucchiere perlopi seguite dalle donne con l illusione di poter far intervenire potenze soprannaturali nei loro affari di cuore. In tali magie non mancavano manichini di cera rappresentanti l uomo amato, che venivano fatti liquefare al chiaro di luna, o trafitti con un ago. Anche i medici e i farmacisti (pigmentarii) si affidavano ad erbe che ritenevano avessero il potere di guarire e mescolavano gli ingredienti pi disparati nella preparazione di filtri: ali di pipistrello, lucertole, sangue... Il camaleonte aveva la capacit di curare tutti i mali, secondo l uso che si faceva di ogni sua parte del corpo. Nel mondo romano, infatti, il confine fra medicina e magia non era molto netto. Nel mondo romano i riti per conoscere il futuro erano antichissimi: risalivano agli Etruschi e agli albori della storia di Roma. Ogni azione importante veniva svolta dopo aver esaminato i segni inviati dalle divinit (auspicia). Per interpretarli, si ricorreva ai magistrati e a esperti come gli augures, specialisti del volo degli uccelli, o agli haruspices che leggevano le viscere degli animali. Tutto ci non era considerato magia, che invece era vista negativamente e molto temuta, soprattutto dai ceti inferiori della societ . Venivano recitate formule di scongiuro (carmina) che potevano avere un senso ben preciso per allontanare gli influssi dannosi, oppure erano frasi o parole senza significato. Sulle porte delle case si trovava spesso la scritta ARSEVERSE: doveva servire a tener lontano il fuoco, la grandine e ogni calamit . n Un aruspice esamina le viscere di un toro. Rilievo nel Foro di Traiano, Roma. 38