A tavola con i Romani La cena, il pasto principale Il pasto principale dei Romani era la cena; uno spuntino a mezzogiorno, consumato spesso fuori casa, costituiva il pranzo ( ). La cena durava parecchio, soprattutto se si trattava di un banchetto con invitati: poteva iniziare verso le tre del pomeriggio e protrarsi fino a notte inoltrata. Questo pasto, a partire dall’età augustea, veniva consumato nel , una stanza dove erano collocati letti a tre posti per i commensali. La tavola ( ) era rotonda e accessibile, coperta da una tovaglia ( ), i servi offrivano le vivande. prandium triclinium mensa mappa Banchetto romano. Museo Archeologico, Napoli. Allestimento scenografico Il vasellame poteva essere prezioso: le coppe ( o ) erano di cristallo, di murra, una pietra molto rara che esaltava l’aroma del vino, oppure di argento, ornato di figure, pesci, frutta o fiori, e di pietre preziose. Avevano le forme più strane: a barchetta, a corno, alte, basse. Anche i piatti ( ) in oro o in argento erano segno di ricchezza. Mancavano le forchette, quindi l’arte del commensale era quella di servirsi con le dita, senza sporcarsi. paterae pocula patinae Cesto con frutta Sulle mense dei ricchi: raffinatezze culinarie per palati esigenti Le vivande venivano presentate in tre momenti: apriva il banchetto l’antipasto ( ) con alimenti leggeri (olive, uova). Seguivano varie portate di carne e di pesce; oltre a preparare le carni come quelle di vitello, maiale, agnello, selvaggina, animali da cortile, i Romani prediligevano cibi ormai abbandonati: ghiri, fenicotteri, cicogne, pavoni, gru. Per quanto riguarda i pesci, le specie preferite erano storioni, triglie, sogliole, branzini, aragoste, ostriche, seppie, gamberi accompagnati da una salsa di pesce, il . Il modo di cucinare i cibi era molto diverso, perché i Romani amavano l’agrodolce, quindi accompagnavano le carni anche con aceto e salse di frutta. Sulle tavole raffinate venivano ancora serviti funghi con miele, tartufi, chiocciole, che prima di essere cucinate, dovevano stare a bagno nel latte alcuni giorni. I cuochi aguzzavano l’ingegno, in quanto il padrone di casa voleva stupire, quindi un animale poteva essere riempito di altri animali di dimensione sempre più piccola, oppure presentato nei modi più fantasiosi. gustus garum 1 : salsa per pesci, carni e uova. In un vaso si gettavano interiora e pezzi di pesce lasciati al sole, il liquido che ne usciva costituiva la salsa; il più apprezzato proveniva dalla Spagna. 1. garum garum