Unità 5 Lucio diventa un giovane colto ■ La seconda declinazione ■ Particolarità della seconda declinazione ■ Il complemento di modo Birrena si rivolge ai convitati e racconta l'infanzia e l'adolescenza di Lucio: “Suo padre gli ha insegnato i primi rudimenti della lingua latina e dell'aritmetica. Ha imparato a contare usando i sassolini. Poi l'ha affidato al pedagogo Tullio, che gli ha insegnato a scrivere e ad apprezzare la letteratura”. Poco dopo si rivolge a Lucio: “Tu imparavi con facilità e ti eri affezionato a Tullio, anche se ti faceva studiare molti versi a memoria. Usavi lo stilo, il calamaio, l'inchiostro, le tavolette e la cera e avevi grande cura di questi oggetti”. E Lucio replica: “Ma il maestro, quando ero piccolo, ha mai usato la verga o mi ha punito?”. Birrena sorride e gli risponde: “No, tu eri esempio di disciplina, di interesse ed eri sempre curioso”. Poi rivolta ai convitati continua: “Quando è cresciuto, ha frequentato la scuola a Cartagine, poiché suo padre era ricco e poteva permettergli studi costosi e Lucio l'ha ricompensato, mostrando grande interesse alle parole dei maestri. Ha imparato la lingua latina come un cittadino di Roma, il greco, la storia, la filosofia, la matematica e soprattutto il diritto romano. Poi è morto suo padre, che gli ha lasciato un nutrito patrimonio e ha potuto così soddisfare il suo desiderio di viaggiare: ha visitato Roma, l'Egitto, la Grecia con grande interesse, in particolare Atene e Delfi, stringendo anche nuove amicizie. Ma fra tutti questi luoghi, preferiva soggiornare a Roma, dove ha conosciuto importanti personaggi e si è innamorato della letteratura latina tanto che si diletta a scrivere romanzi fantasiosi. Ora Lucio starà con me e cercherò di trattenerlo a lungo a Ipata”. Lucio guarda con riconoscenza la zia per le belle parole che ha detto di lui. Poi Birrena dice agli ospiti: “Continuate la festa e il banchetto, fra poco arrivano i buffoni e i saltimbanchi”.