42 7 capitolo Timoteo Fingo di interessarmi alle lezioni. Biologia, matematica, e poi tre ore di San Giordano, prega per noi, che mi sembra che parli da una bolla di sapone, al punto che a malapena lo sento. Suona la ricreazione. Lo capisco dal fermento e dallo spostamento caotico della classe. Devo avere problemi di udito e tra un po mi verr pure il torcicollo da quanto cerco di evitare di voltarmi dalla parte di Lodovica. Perch dev essere tutto cos complicato? Perch non posso stare con chi amo? Che ne sar di me? Mi lascio avvolgere da un pessimismo cosmico degno di Leopardi. Se penso a quanto deve aver sofferto per la morte della sua Silvia mi metto a piangere da subito. Certo, se fosse rimasta viva, non avremmo mai letto le sue struggenti poesie, anche se, lui, di sicuro, avrebbe preferito. Insomma, Timo, mi ascolti o no? Mi sento scuotere dalle spalle. Bassam. Allora vieni? Mi vergogno di dirgli che non so minimamente a cosa si riferisca. Annuisco con un sorriso ebete, mi alzo e mi lascio condurre verso il banco di Lodovica. Mi chiedo perch questo benedetto, simpatico, pittoresco ragazzo voglia sempre sistemare le cose e non si faccia mai gli affaracci suoi.