5 Dalla fecondazione alla nascita

Perché avvenga la fecondazione è necessario che l’uomo e la donna abbiano un rapporto sessuale, in modo che gli spermatozoi entrino nell’apparato riproduttore femminile per raggiungere l’ovulo.


Come avviene l’incontro tra le cellule riproduttive?
Osserva lo schema e le fotografie ottenute al microscopio elettronico.


Lo sperma che viene depositato dal pene al fondo della vagina della donna contiene qualche centinaio di milioni di spermatozoi che rimangono vitali per 48 ore circa. Essi percorrono, in meno di un’ora, un tratto di circa 20 cm per risalire la cavità dell’utero e dirigersi nelle tube di Falloppio, in prossimità delle ovaie ( 7 ). Questo viaggio è facilitato dal fatto che nei giorni vicini all’ovulazione il muco che chiude l’apertura dell’utero diventa più fluido e lascia passare gli spermatozoi. Non tutti gli spermatozoi però terminano il viaggio, molti muoiono lungo il tragitto e solo i più forti e sani raggiungono le tube. Qui possono rimanere anche due giorni, pronti a fondersi con un ovulo se avviene l’ovulazione. Se ciò accade, gli spermatozoi si accalcano sulla superficie dell’ovulo ( 8 ); solo uno riesce a penetrarvi dopo averne perforato le varie membrane ( 9 ). Appena la testa di questo spermatozoo entra, la membrana cellulare dell’ovulo si inspessisce e impedisce l’entrata degli altri spermatozoi. Una volta entrata, la testa dello spermatozoo libera il suo nucleo nel citoplasma dell’ovulo (10). I nuclei dell’ovulo e dello spermatozoo si uniscono per formare lo zigote, la prima cellula del nuovo essere: è avvenuta la fecondazione ( 11 ). A questo punto lo zigote comincia a scendere nella tuba di Falloppio verso l’utero e comincia a dividersi per mitosi; inizia così il suo sviluppo.
Come avviene lo sviluppo da zigote a bambino?
Osserva la sequenza fotografica.


Dopo poche ore dalla fecondazione lo zigote comincia a dividersi per mitosi e da un’unica cellula se ne ottengono 2, 4, 8… e così via ( 12 , 13 , 14). Dopo quattro giorni è diventato una pallina formata da molte cellule: la morula ( 15). Al 6°-7° giorno dalla fecondazione assume l’aspetto di una pallina cava, la blastula ( 16), che raggiunge l’utero e si annida nella mucosa dando inizio alla gravidanza, o gestazione .


Una membrana che ricopre la blastula, il corion, emette uno speciale ormone, che stimola l’ovaia a continuare la produzione di progesterone, l’ormone della gravidanza e blocca così la maturazione di altri ovuli. In circa 38 settimane dalla fecondazione, lo zigote si trasforma in bambino attraverso le fasi di embrione ( 17 ) e di feto ( 18). Nei primi tre mesi l’embrione, derivato dalle cellule più interne della blastula, si sviluppa rapidamente e si formano gli organi e gli apparati. Al terzo mese di gravidanza l’embrione assume le sembianze di un bambino in miniatura lungo circa una decina di centimetri; si riconoscono già braccia e gambe e una testa in cui sono ben visibili gli occhi e il naso. Da questo momento il nuovo essere è chiamato feto e nei restanti mesi si perfeziona, cresce e termina lo sviluppo degli organi. Verso il quinto mese di gravidanza è lungo 25-30 cm e ha acquistato la capacità di muoversi: apre e chiude le palpebre, stringe le mani e scalcia. Al settimo mese è completamente formato, tanto da riuscire a sopravvivere anche fuori dal corpo materno, protetto e nutrito da una incubatrice. In seguito il feto aumenta di dimensioni, raggiungendo i 50 cm, e di peso. Poche settimane prima della nascita, ruota e si dispone a testa in giù, posizione migliore per “uscire” nel mondo esterno.

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Come si capisce se c’è una gravidanza in corso

Il primo segno dell’inizio di una gravidanza è la sospensione del ciclo ovarico: le mestruazioni non avvengono alla data stabilita perché la mucosa uterina che accoglie l’embrione non si distrugge e quindi non deve essere eliminata con la mestruazione. Naturalmente l’inizio della gravidanza dovrà essere confermato da un test e da un consulto con il medico. Esistono diversi test di gravidanza, ma tutti sono basati sullo stesso principio: reagiscono a un ormone prodotto dall’embrione. In farmacia sono in libera vendita dei test che permettono di determinare la presenza di questi ormoni nell’urina. Impregnando con qualche goccia di urina il dispositivo si può facilmente leggere dopo qualche minuto il risultato. L’inizio di una gravidanza può essere formalmente stabilito da un test sul sangue, prescritto dal medico ed eseguito in laboratorio.

Quali organi assicurano protezione e nutrimento all’embrione e al feto?
Nel corso delle 38 settimane (circa 9 mesi) della gravidanza, il futuro bambino viene protetto all’interno dell’utero, “prende” tutte le sostanze che servono per la sua crescita ed elimina le sostanze di rifiuto attraverso il sangue materno.


Nella fotografia ( 19 ) è visibile un feto nell’utero materno. Il feto è contenuto in una membrana, l’amnios, che forma un “sacco” pieno di liquido nel quale è immerso e protetto dagli urti esterni. Attraverso il cordone ombelicale il feto è collegato a un organo, la placenta, che mette in comunicazione i vasi sanguigni della madre con quelli del figlio. La placenta è quindi l’organo che per tutta la gravidanza permette all’embrione e poi al feto di nutrirsi, respirare ed eliminare le sostanze di rifiuto: i nutrienti e l’ossigeno passano dai vasi sanguigni della madre a quelli del nuovo essere e i prodotti di rifiuto e l’anidride carbonica compiono il passaggio inverso per essere poi eliminati attraverso i reni e i polmoni della madre. In realtà il sangue materno e fetale non si mescolano poiché separati da una membrana molto sottile; la placenta forma infatti una barriera che protegge il feto da alcuni microbi e sostanze tossiche anche se non riesce a fermarli tutti: alcuni virus, certi principi attivi dei medicinali e sostanze pericolose come alcol, nicotina e droghe, possono passare nella circolazione sanguigna del feto provocando danni. Al termine della gravidanza, per il feto, che ha ormai completato il suo sviluppo, arriva il momento della nascita e per la madre si conclude la gravidanza con il parto. Anche questo fenomeno è controllato dall’azione del sistema endocrino attraverso la produzione di ormoni; i segnali ormonali sono inviati dal feto, attraverso la placenta, all’ipofisi della madre e la stimolano a produrre l’ossitocina, ormone responsabile delle contrazioni muscolari dell’utero.

Quali sono le fasi del parto?
Il parto inizia quando i muscoli dell’utero vanno incontro a una serie di contrazioni, le doglie, che hanno la funzione di dilatarne l’apertura fino a circa 10 cm, misura necessaria per il passaggio del bambino (20). Le doglie possono durare alcune ore (travaglio) nel corso delle quali si rompe il sacco che contiene il feto e fuoriesce il liquido amniotico (rottura delle acque). Sotto le forti contrazioni dell’utero, inizia l’espulsione ( 21 ) e il bambino è progressivamente spinto all’esterno.


Alla nascita, i polmoni del bambino si riempiono d’aria e con il suo primo strillo comincia la respirazione autonoma. Il cordone ombelicale che collega ancora madre e figlio viene pinzato, poi tagliato dal medico che assiste al parto; la sua cicatrice formerà l’ombelico. Circa 20 minuti dopo la nascita del bambino, le contrazioni uterine riprendono, provocando lo scollamento della placenta che sarà espulsa. Le ghiandole mammarie della madre, subito dopo il parto, iniziano, sotto stimolo ormonale, a produrre il latte. Il primo latte è un liquido biancastro, detto colostro, che contiene, oltre ai principi nutritivi tipici del latte (zuccheri, grassi, proteine e acqua), importanti anticorpi presenti nella madre, destinati a difendere il piccolo dall’insorgere di possibili malattie.