3 Il sangue circola nei vasi sanguigni

Per svolgere le sue funzioni il sangue deve essere trasportato a tutte le cellule del corpo, perciò circola all’interno di una serie di canali detti vasi sanguigni.
I vasi sanguigni possono distinguersi in:
- vene: in esse il sangue scorre dai tessuti verso il cuore;
- arterie: in esse il sangue scorre dal cuore ai tessuti;
- capillari: mettono in comunicazione vene e arterie.

Quali differenze esistono tra vene e arterie?
Osserva le immagini e confronta le caratteristiche delle vene e delle arterie.

3.1 Le vene

I vasi sanguigni visibili sotto la pelle sono le vene (15). Le pareti delle vene sono povere di fibre muscolari ed elastiche, in esse il sangue scorre lentamente e non è sottoposto a forti pressioni. Se vengono recise, le pareti si afflosciano ostacolando la fuoriuscita del sangue. Il sangue vi scorre grazie alla spinta del cuore e, in alcune parti del corpo, come gli arti inferiori, grazie alla contrazione dei muscoli scheletrici e delle vicine arterie.


Molte vene, soprattutto quelle degli arti, sono provviste di valvole a nido di rondine (16) per evitare che il sangue torni indietro per effetto della forza di gravità. Il loro diametro aumenta a partire dalle venule, vasi di dimensioni minori che si dipartono dagli organi sino alle due vene più grandi e importanti, la vena cava superiore e la vena cava inferiore che arrivano al cuore. Fatta eccezione per le vene polmonari, che vanno dai polmoni al cuore, trasportando sangue ossigenato, in tutte le altre vene del corpo scorre sangue ricco di anidride carbonica.

3.2 Le arterie

Attraverso una particolare radiografia è possibile vedere i vari sanguigni più profondi, le arterie ( 17 ). Esse sono poste quasi tutte in profondità nei tessuti, a eccezione di quelle che scorrono vicino alle tempie, nel collo, nei polsi, nelle caviglie: in queste zone è possibile percepire le pulsazioni . Le pareti delle arterie sono robuste e ricche di fibre muscolari ed elastiche; possono sopportare forti pressioni e possono contrarsi per favorire lo scorrimento del sangue. Se recise, le pareti restano rigide e il sangue esce zampillando a ogni battito del cuore. Il loro diametro diminuisce man mano che si allontanano dal cuore; l’arteria di maggiori dimensioni è l’aorta che parte dal cuore e si ramifica in arterie di diametro inferiore fino ad arrivare alla periferia del corpo con le arteriole. Fatta eccezione per le arterie polmonari che trasportano ai polmoni sangue con anidride carbonica, in tutte le altre arterie scorre sangue ossigenato.

Che cosa sono i capillari?
Nell’illustrazione (18) puoi osservare la fitta rete di vasi sottili in cui le venule e le arteriole si ramificano a livello dei tessuti. Tali vasi sono detti capillari sanguigni e raggiungono ogni cellula del corpo. I capillari hanno un diametro di circa 0,007 mm e pareti sottili formate da un solo strato di cellule attraverso il quale i globuli rossi possono scorrere solo in “fila indiana” uno dietro l’altro. Il sangue, presente nei capillari arteriosi, cede l’ossigeno e le sostanze nutritive alle cellule e si carica di sostanze di rifiuto che vengono raccolte dai capillari venosi. I due tipi di capillari sono in continuità tra loro, perciò il sangue può scorrere dagli uni agli altri senza uscirne mai ( 19 ).

18 Capillari sanguigni ramificati in un tessuto e sezione di capillari con globuli rossi.

ARTERIE E VENE PRINCIPALI


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Le emorragie

In condizioni normali, in un adulto circolano circa 5-6 litri di sangue. Per il suo buon funzionamento, il corpo deve mantenere pressoché costante la quantità di sangue circolante in modo che ci sia sempre la pressione sufficiente a irrorare tutti tessuti e gli organi. La perdita di un terzo del volume sanguigno (circa 2 litri) può infatti causare gravi danni ai tessuti e agli organi. L’emorragia è una perdita abbondante di sangue da uno o più vasi sanguigni; è esterna se il sangue fuoriesce da una ferita ed è interna se, in seguito alla lesione di un organo, il sangue si accumula in qualche cavità del corpo. L’emorragia arteriosa è senza dubbio la più grave; il sangue, di colore rosso vivo perché ricco di ossigeno, zampilla dalla ferita a getti intermittenti seguendo il battito cardiaco. L’emorragia venosa, anche se abbondante, è meno grave; il sangue, di colore rosso scuro, fuoriesce dalla ferita colando, con un flusso costante e uniforme. Se l’emorragia non si arresta, vi può essere una diminuzione dell’apporto di sangue al cervello e si può passare a uno stato alterato di coscienza, al coma e anche alla morte. Perciò, in caso di emorragia, occorre intervenire con tempestività per bloccarla o limitarne i danni. Se ti dovesse capitare di trovarti di fronte a una persona che ha un’emorragia, richiedi subito un soccorso qualificato telefonando al 112. Nell’attesa, dovrai intervenire ricordando di prendere delle precauzioni per evitare il contatto diretto con il sangue che potrebbe essere un pericoloso veicolo di infezione. Per ridurre il flusso sanguigno, tampona la ferita con strati sovrapposti di garze, con fazzoletti o tessuti puliti, fissandoli con un bendaggio che comprima tanto da rallentare l’emorragia ma non da impedire la circolazione del sangue. Il termine epistassi sta a indicare la fuoriuscita di sangue dal naso. In genere una situazione abbastanza comune, causata dalla rottura dei vasi capillari presenti nelle fosse nasali anche solo in seguito a uno starnuto o senza una ragione apparente. In questo caso, non c’è assolutamente da allarmarsi perché la perdita di sangue è moderata. Se ti dovesse capitare, siediti, reclina il capo in avanti e comprimi esternamente la narice interessata. Può anche essere utile mettere del ghiaccio sulla fronte o alla radice del naso. Una volta arrestata l’emorragia, per qualche ora non soffiarti il naso e non fare sforzi che impedirebbero la formazione del coagulo.