7 La lotta contro le malattie infettive

Il raffreddore e l’influenza sono malattie molto comuni che avrai sentito indicare con il termine “infettive”. Sono dette malattie infettive tutte quelle causate da microrganismi come batteri, virus, protozoi. Molto spesso esse sono anche contagiose, si trasmettono cioè facilmente da un individuo all’altro.


Come si può trasmettere una malattia infettiva?
Osserva lo schema.


L’individuo che trasmette la malattia è detto sorgente di infezione: può essere un malato o un portatore sano, cioè una persona che, pur avendo dentro di sé i microbi, non si ammala grazie a una particolare resistenza del suo organismo. I microrganismi responsabili di malattie, detti patogeni, vengono trasportati dalla sorgente di infezione all’individuo contagiato attraverso i veicoli di infezione e possono entrare nel corpo attraverso la pelle, la bocca, il naso, gli occhi e gli organi genitali.

- La pelle normalmente costituisce una buona barriera alla penetrazione dei microbi, ma anche una piccola ferita può diventare un’enorme porta d’entrata per i batteri. Infatti i batteri vivono un po’ dappertutto e possono essere trasportati sino alla pelle dall’aria o da un po’ di terreno rimasto intrappolato sotto le unghie. In questo caso l’aria e il terreno sono detti veicoli di infezione. È indispensabile quindi disinfettare ogni ferita con acqua ossigenata, che ha la capacità di uccidere gran parte dei batteri.

- Attraverso la bocca possono entrare i batteri del tifo, del colera, della dissenteria, il virus della parotite, della poliomielite, dell’epatite virale, oltre a uova di vermi parassiti e protozoi patogeni. Naturalmente, in questo caso i veicoli d’infezione sono gli alimenti non lavati con cura (verdure, frutta), non cotti a sufficienza (cozze), preparati e conservati in scarse condizioni igieniche. Anche le mani, non lavate prima di mangiare, possono trasportare pericolosi microrganismi. 

- Attraverso il naso possono entrare i microrganismi del raffreddore, dell’influenza, della tubercolosi, della difterite, della pertosse, del morbillo, della meningite. In questo caso il veicolo di infezione è l’aria nella quale sono sospese le goccioline di saliva che si emettono starnutendo, tossendo o parlando. 

- Alcuni microrganismi possono penetrare attraverso la congiuntiva degli occhi, che devono quindi sempre essere lavati accuratamente e protetti con occhiali nelle giornate di vento. 

- I genitali sono porta di ingresso di numerose malattie, tra cui l’AIDS.
Quali sono i meccanismi di difesa dell’organismo contro i microrganismi patogeni?
L’organismo possiede barriere naturali di difesa.


La prima barriera è la pelle integra; le lacrime difendono continuamente gli occhi da polvere e dai batteri presenti nell’aria; il muco prodotto dal naso e dalle vie aeree intrappola i microrganismi patogeni che verranno espulsi attraverso starnuti, tosse o semplicemente incanalati nel tubo digerente dove verranno digeriti; la saliva è capace di distruggere molti batteri. Una volta entrati nel corpo, i microbi cominciano a moltiplicarsi attivamente: alcuni attaccano direttamente le cellule degli organi colpiti, altri producono delle tossine, particolari sostanze velenose che agiscono anche se presenti in piccolissime quantità. A questo punto nell’organismo scattano reazioni di difesa immunitaria . La prima reazione è l’infiammazione della zona infettata: le cellule attaccate dai microrganismi emettono dei messaggi chimici di pericolo producendo una sostanza, l’istamina, che fa dilatare i vasi sanguigni per favorire l’afflusso di sangue e di globuli bianchi. I primi a mobilitarsi sono i monociti e i granulociti, detti anche macrofagi, che attraverso la fagocitosi distruggono i batteri digerendoli. Se l’infezione è estesa si può avere la febbre: la temperatura del corpo aumenta per distruggere i microrganismi che non sopportano temperature superiori ai 37 °C; i ritmi della circolazione e degli altri processi vitali accelerano per favorire l’affluenza del sangue ai tessuti.

Se la prima linea di difesa non è stata sufficiente per eliminare l’infezione, scatta una seconda linea.


Entrano in azione dei linfociti B e T, i globuli bianchi capaci di riconoscere gli antigeni, cioè le sostanze estranee che identificano i diversi microrganismi patogeni. I linfociti B producono anticorpi specifici in reazione alla presenza nel corpo degli antigeni. I linfociti T distruggono le cellule del corpo infettato da microrganismi o le cellule cancerogene, in modo da evitare che la malattia si diffonda. Naturalmente, perché i globuli bianchi producano anticorpi occorre un po’ di tempo ma, terminata la malattia, essi acquisiscono una “memoria” che li renderà capaci di produrre molto velocemente anticorpi identici, se ci sarà un nuovo attacco da parte dello stesso tipo di microbo. L’organismo avrà raggiunto, cioè, l’immunità naturale per quella malattia e, in caso di un nuovo contagio, reagirà prontamente distruggendo quel microbo. Alcune malattie come il morbillo, la rosolia, la varicella danno un’immunità permanente, cioè si possono contrarre solo una volta nella vita; altre danno un’immunità di alcuni anni e altri ancora, come il raffreddore e l’influenza, possono manifestarsi più volte e con una certa frequenza. In realtà, anche queste ultime danno immunità, ma si ripetono perché sono determinate, di volta in volta, da ceppi di microrganismi sempre un po’ diversi.

per saperne di più

Che cos’è un anticorpo

Una molecola di anticorpo è una grossa proteina di forma simile a una Y che presenta, all’estremità dei bracci, due zone complementari all’antigene che ha stimolato i linfociti. Un tale anticorpo si può legare specificamente a due molecole di antigene e neutralizzarle formando un complesso antigene- anticorpo.