6 LA CERAMICA
Si parla di ceramica (dal greco kéramos, “arte di modellare l’argilla”) indicando gli oggetti fatti di terra
impastata con acqua e poi
cotti (stoviglie, vasellame, mattoni, ecc.).
Le argille sono sostanze minerali derivate dall’erosione avvenuta nel corso di migliaia di anni di rocce durissime da parte di pioggia, sole
e vento. Chimicamente sono silicati di alluminio che contengono alluminio, silicio, titanio, ferro e molti altri elementi in
quantità minori.
Le ceramiche si distinguono per il tipo di impasto usato (più intuibile e visibile su un frammento che sull’oggetto intero) e per
la temperatura di cottura. Vediamo di seguito i vari tipi.
► Terracotta. Il componente principale è un’argilla ricca di ossidi di ferro, che dà il caratteristico colore rossastro. La temperatura di
cottura varia tra i 960 e i 1030 oC.
► Terraglia tenera. È una miscela di argilla, caolini impuri e silice, che viene cotta tra i 920 e i 1150 oC.
► Terraglia forte. Contiene argilla, caolino, silice e feldspato. Viene prodotta con una cottura che arriva fino a
1280 oC.
► Gres. Si ottiene da un impasto di argilla di rocce sedimentarie con sabbia quarzifera cotto tra i 1200 e i 1300 oC.
► Porcellana tenera. Il principale componente è un’argilla bianca a base di caolino, alluminio, sabbia quarzifera e feldspato. La temperatura di
cottura è tra i 1200 e i 1300 oC.
► Porcellana dura. I componenti sono simili a quelli della porcellana tenera. Cambia la temperatura di cottura, che varia tra i 1300 e i
1400 oC.
► Ceramiche ad alta tecnologia. Sono impasti a base di caolino e alluminio, cotti a temperature molto alte (fino a 1700 oC) a
cui si aggiungono minerali per soddisfare richieste specifiche (alta resistenza all’usura, alle alte temperature, ecc.).
LE TIPOLOGIE DELLE CERAMICHE
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NOME
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COMPOSIZIONE
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TEMPERATURA DI COTTURA
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terracotta
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argilla ricca di ossidi di ferro
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tra i 960 e i 1030 °C
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terraglia tenera
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argilla, caolini impuri e silice
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tra i 920 e i 1150 °C
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terraglia forte
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argilla, caolino, silice e feldspato
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fino a 1280 °C
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gres
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argilla di rocce sedimentarie e sabbia quarzifera
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tra i 1200 e i 1300 °C
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porcellana tenera
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argilla bianca a base di caolino, alluminio, sabbia quarzifera e feldspato
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tra i 1200 e i 1300 °C
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porcellana dura
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argilla bianca a base di caolino, alluminio, sabbia quarzosa e feldspato
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tra i 1300 e i 1400 °C
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ceramiche ad alta tecnologia
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caolino, alluminio, minerali speciali secondo le richieste
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fino a 1700 °C
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6. 1 IL CICLO DI LAVORAZIONE DELLA CERAMICA
I passaggi previsti dal ciclo produttivo delle ceramiche possono essere diversi, a seconda che il tipo di produzione sia artigianale o industriale.
6. 1. 1 LA LAVORAZIONE ARTIGIANALE DELLA CERAMICA
La lavorazione artigianale della ceramica si compone di diverse fasi.
► Impasto. Impastare significa compattare l’argilla, eliminando le bolle d’aria.
► Modellazione. Può essere condotta in vari modi:
- a mano libera: si modella con le sole mani (e con l’aiuto di semplici strumenti come stecche e spatoline) un pezzo di argilla nella forma desiderata
FIG. 34;
- a colombino: si modellano pezzi di argilla dando loro una forma come di lunghe salsicce, che vengono arrotolate e
disposte una sopra l’altra per essere poi lisciate e compattate. È una lavorazione usata per produrre ciotole e vasi FIG. 35;
- a lastra: si stende l’argilla con l’ausilio di un mattarello o si tagliano le lastre con un filo direttamente da un blocco di
argilla; per unire le lastre tra loro si usa la barbottina, un legante liquido e abbastanza viscoso, costituito da una miscela di acqua
e argilla che si passa a pennello tra le parti da unire;
- al tornio: il tornio è uno strumento costituito da un piano girevole comandato da un pedale, o da un motorino elettrico.
Facendo girare un pezzo d’argilla posato sul tornio e modellando con le mani e con gli strumenti, con una buona pratica si possono creare
infinite forme; FIG. 36
- a stampo: occorre disporre di uno stampo in gesso dell’oggetto da riprodurre; all’interno di esso si cola dell’argilla
liquida; quando l’argilla è asciutta, si estrae l’oggetto dallo stampo oppure, tagliata una lastra di argilla, si comprime lo stampo
sull’argilla morbida per ottenere un bassorilievo.
► Asciugatura all’aria o essiccazione. I manufatti di argilla vanno fatti essiccare all’aria e in modo omogeneo, per
prevenire successive rotture.
► Cottura. La fase di cottura dell’oggetto essiccato viene svolta in forni che possono raggiungere i 1500 oC.
È una fase che può durare molte ore, durante le quali, raggiunta la temperatura desiderata, si svolge un raffreddamento programmato a diverse
temperature. Questa procedura favorisce la resistenza del materiale che, se raffreddato velocemente, risulterebbe molto più fragile.
► Decorazione. La decorazione dei manufatti in ceramica può essere fatta con tecniche diverse:
- a ingobbio: è il nome che si dà a colori composti con argille cotte e triturate, sostanze minerali e ossidi, che si applicano
al pezzo da cuocere; hanno tinte tenui e vetrificano insieme all’oggetto messo in cottura;
- con vetrine: è una vernice trasparente e incolore composta da ossidi di piombo (che ora sono stati sostituiti da altri
ossidi perché tossici) e da silice;
- a smalto: è una sostanza composta da ossidi (di stagno, di titanio, di alluminio) e silicati e non è trasparente, ma ha un
effetto coprente e può essere lucida o satinata (semilucido).
La smaltatura non ha più una funzione semplicemente decorativa, ma anche protettiva. Dopo la smaltatura si può effettuare la decorazione a pennello,
utilizzando colori a base di ossidi miscelati a prodotti fondenti e indurenti.
VETRIFICARE
Azione con cui un oggetto viene ricoperto di una patina simile al vetro.