Una struttura e, a volte, anche un intero edificio possono essere costruiti in stabilimento e poi trasportati sul luogo di destinazione, dove devono
svolgere la loro funzione.
In questo caso si parla di prefabbricazione, una tecnica costruttiva usata soprattutto per realizzare le lunghe travi di copertura FIG. 13 dei
capannoni industriali o le casette uni-bifamiliari in legno.
È una tecnica che riduce i costi rispetto alle costruzioni in cemento armato, grazie a una produzione in serie.
2. 4.2 LA COSTRUZIONE IN ZONA SISMICA
Il territorio italiano è in gran parte zona sismica, cioè soggetta a terremoti, che imprimono alle strutture edilizie una sollecitazione, in direzione
orizzontale, simile a quella del vento.
Pertanto, i progettisti devono fare in modo che gli edifici rimangano stabili anche se sottoposti alle scosse, limitando i danni al minimo.
Per garantire la stabilità degli edifici in caso di terremoto i provvedimenti da prendere sono diversi a seconda del grado di sismicità della zona in
cui si vuole costruire: il valore di sismicità è stabilito da una legge che copre tutto il territorio nazionale FIG. 14.
Le normative per le costruzioni in zona sismica danno una serie di indicazioni generali per progettisti e costruttori riguardo a:
- analisi dei terreni di fondazione;
- tipo di edificio e tipo di struttura (a muri portanti, in calcestruzzo armato, ecc.);
- altezza degli edifici (nelle zone a più alto rischio viene limitata l’altezza).
Per le costruzioni in calcestruzzo armato vengono fissati dei limiti di legge che impongono un’attenzione particolare alle fondazioni,
gli elementi che sostengono l’edificio e sopportano per primi l’impatto del terremoto. Il tipo di fondazione deve essere in grado di
trasmettere al terreno in modo uniforme le azioni delle spinte sismiche ricevute dalla struttura che sta sopra.
Altre indicazioni vengono fornite sulla forma dell’edificio, che non dovrà avere eccessive sporgenze e rientranze. Viene evidenziata anche
l’importanza della funzione dell’edificio; una scuola o un ospedale devono essere costruiti in modo particolarmente attento.
Le principali indicazioni sono:
- pilastri, travi e muri di fondazione devono essere di sezione più grande;
- le quantità e le dimensioni dei tondini di acciaio nei getti di calcestruzzo devono essere più numerose e di grandezza maggiore nelle zone a
più alto rischio;
- i pilastri devono essere più vicini tra loro;
- le finestre non devono essere troppo vicine agli angoli dell’edificio;
- gli impianti, soprattutto quello del gas, devono essere dotati di dispositivi di interruzione della fornitura.
In tempi recenti, soprattutto dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, si sono sperimentate tecniche costruttive che, per le nuove costruzioni,
prevedono l’isolamento sismico: consiste nel rendere il più possibile indipendente il movimento del terreno da quello della struttura dell’edificio,
in modo che la scossa non si propaghi a tutta la casa.
L’isolamento sismico si ottiene posizionando, tra le fondazioni e la parte dell’edificio che si sviluppa in altezza, degli isolatori, che:
- devono garantire l’appoggio della struttura sovrastante;
- devono avere una deformabilità elevata se sottoposti a forze sismiche orizzontali;
- devono essere capaci di azzerare gli spostamenti orizzontali.
Ne esistono di due tipi (il progettista sceglierà il migliore a seconda delle necessità):
1. a scorrimento, che fanno “scivolare” la struttura sulle fondazioni FIG. 15;
2. elastomerici, che hanno uno strato di gomma alternato a lamierini d’acciaio e si basano sulla proprietà della gomma di deformarsi, assorbendo le
forze sismiche.
FIGURA 15 Principio di funzionamento dell’isolatore sismico a scorrimento.