LINEA DEL TEMPO
10 000 ANNI FA: nasce l’agricoltura in Medio Oriente (nella mezzaluna fertile) attraverso la domesticazione delle piante, che è la selezione di alcune
specie vegetali tra le piante selvatiche perché giudicate più utili.
3500 A.C.: in seguito all’invenzione dell’aratro si sviluppa l’agricoltura soprattutto in Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo, dove l’uomo,
abbandonata la vita nomade, comincia ad addomesticare gli animali come aiuto nell’aratura e nella fertilizzazione del terreno.
1000 A.C.: all’aratro in legno si sostituisce l’aratro in ferro.
EPOCA ROMANA: viene introdotta la rotazione biennale in base a cui, in autunno, metà del campo viene seminata con cereali e l’altra metà viene lasciata
a riposo (maggese). Il secondo anno si invertono le due porzioni.
500 D.C.: gli ordini monastici, soprattutto i Benedettini, diffondono la cultura dell’ora et labora (“prega e lavora”, sottinteso, la terra) dando
impulso all’agricoltura.
PUNTO DI SVOLTA
XI SECOLO: vengono introdotti il collare rigido e la ferratura dei cavalli. Queste due invenzioni consentono l’uso dell’aratro pesante.
1492: dopo la scoperta dell’America, si diffondono nuove piante tra cui il mais, la patata, il fagiolo, l’arachide, il pomodoro, il peperone, la
papaya.
XVII SECOLO: si adottano nuove tecniche basate sulla rotazione pluriennale e sulla sostituzione del maggese con pascoli per il bestiame, anche per
ottenerne concime naturale.
XVIII SECOLO: il grande sviluppo dell’agricoltura e l’elevata necessità di aratri e di altri attrezzi in metallo stimola la produzione delle
fabbriche durante la rivoluzione industriale.
XIX SECOLO: compaiono le macchine agricole a vapore e i concimi chimici. L’attività agricola diventa ben presto di tipo industriale nei Paesi più
sviluppati.
XX SECOLO: si ha un grande sviluppo tecnologico sotto forma di produzione di fitofarmaci e fertilizzanti, meccanizzazione dei lavori agricoli e
pratiche di ingegneria genetica; si parla quindi di agricoltura intensiva.
OGGI: emergono problemi di sostenibilità: cresce l’esigenza di un’agricoltura più attenta alle problematiche ambientali.