LE MACCHINE NEMICHE DELL’UOMO: IL LUDDISMO
Non sempre le macchine furono considerate un aiuto per il lavoro dell’uomo, ma vi fu un periodo nel quale esse furono trattate come delle vere e
proprie nemiche: così almeno fecero i seguaci del luddismo.
Il nome di questo movimento deriva dall’operaio Ned Ludd (forse un personaggio leggendario), che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio, dando
forma concreta al disagio di molti lavoratori.
Il movimento si sviluppò tra gli operai inglesi intorno al 1811 con l’obiettivo di distruggere le macchine ritenute la causa della mancanza di
lavoro e dei bassi salari (le paghe degli operai).
Il luddismo fu la manifestazione del malessere delle classi meno abbienti per le proprie condizioni economiche e di vita: mancanza di mezzi
economici, di case sane e di istruzione.
Le guerre contro Napoleone a inizio Ottocento peggiorarono ancor di più la situazione in Inghilterra, aumentando la disoccupazione anche tra gli
artigiani specializzati. L’introduzione di nuove macchine fu considerata da molti lavoratori come la causa principale dei disagi sofferti e
diventò l’oggetto di attacchi distruttivi.
Il governo inglese reagì molto duramente e condannò a pene severissime i luddisti, che furono sconfitti e resi inoffensivi.
Ancora oggi ci sono persone che credono che le innovazioni tecnologiche possano condurre alla diminuzione di posti di lavoro, ma è facile respingere
questa convinzione.
L’automazione infatti aumenta la produttività, causando la diminuzione dei costi di produzione di un bene e, di conseguenza, del suo prezzo finale. I
consumatori possono in questo modo spendere meno per l’acquisto di un bene e avere la possibilità di acquistare altri beni o servizi. Un’automazione
crescente, inoltre, stimola la creazione di nuovi posti di lavoro, dando impulso alla produzione di beni prima eccessivamente costosi e non alla
portata di molti.