Ogni 1000 abitanti in Italia ci sono, mediamente, 768 autoveicoli (con punte di 955 a Roma).
Siamo dunque la Nazione più “motorizzata” d’Europa e, girando per le città, ce ne accorgiamo ogni volta che cerchiamo un parcheggio. Le conseguenze sono
rilevanti, sia per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria sia per la vivibilità dei nostri luoghi di residenza.
Ma come siamo arrivati a questa situazione?
L’Italia è un Paese geograficamente complesso, dove la costruzione di ferrovie, che necessitano di lunghi tratti rettilinei, è difficoltosa a causa
della presenza delle montagne.
Dopo la Seconda guerra mondiale, vi fu un forte sviluppo della rete stradale e dal 1960 in poi, negli anni del “boom economico”, si
costruirono gran parte delle autostrade che tuttora percorriamo.
Lo sviluppo economico venne identificato, da quel periodo in poi, con la motorizzazione privata, cioè l’acquisto di veicoli per uso
privato.
I governi di allora, scegliendo di investire per costruire le autostrade, favorirono lo sviluppo dell’industria automobilistica, ma penalizzarono
fortemente l’espansione delle ferrovie, soprattutto quelle locali, che avrebbero consentito comunque di raggiungere comodamente i luoghi di lavoro,
come succede in altri Paesi europei.
Oggi ci troviamo a dover affrontare i problemi derivanti da questo fortissimo aumento del numero di veicoli circolanti. Il traffico in molti tratti è
particolarmente intenso, soprattutto nelle ore di punta.
Da una parte vi è dunque chi insiste per costruire terze e quarte corsie autostradali e tratti di galleria che attraversino gli ostacoli naturali;
dall’altra c’è chi pensa che queste opere danneggino l’ambiente; altri ancora sono critici a causa dei costi eccessivi rispetto ai benefici che
queste opere porterebbero.
II problema è senz’altro molto complesso e quindi di non facile soluzione.
Nel nostro piccolo dovremmo imparare a ricorrere all’automobile solo quando è indispensabile, utilizzando in alternativa la bicicletta o... i nostri
piedi: miglioreremmo in questo modo la nostra forma fisica, anche se ciò comporta lo svegliarsi un po’ prima al mattino.
Quando questo non è possibile potremmo metterci d’accordo con gli amici che fanno i nostri stessi itinerari in orari simili, riuscendo così a diminuire
parzialmente il traffico.
BOOM ECONOMICO
Periodo della storia italiana, compreso tra gli anni Cinquanta e Settanta del XX secolo, in cui si verificò una grande crescita economica e un forte
sviluppo tecnologico.

Un complesso raccordo stradale