AREA 6

CAPITOLO 11 - ECONOMIA E LAVORO

CAPITOLO 12 - BENESSERE E SALUTE

IL LAVORO E LA SALUTE

CONOSCENZE E ABILITÀ

- Saper distinguere i vari tipi di bisogni dell'uomo

- Conoscere caratteristiche e tipologie dei beni economici

- Conoscere i soggetti economici e i fattori produttivi

- Avere nozioni di base sul mercato e sulla moneta

- Conoscere la funzione delle banche e della Borsa

- Conoscere le caratteristiche e i protagonisti del mercato del lavoro

- Avere nozioni di base sulla globalizzazione in economia

- Conoscere il significato di benessere e salute

- Sapere come viene tutelata la salute dei cittadini

- Conoscere le funzioni e i tipi di farmaci e dispositivi medici

- Capire e saper utilizzare i termini specifici dell'area


Titolo Unità

- Riconoscere i principali processi di trasformazione di risorse o di produzione dei beni

- Ricavare dalla lettura e dall'analisi di testi e delle tabelle informazioni sui beni o sui servizi disponibili sul mercato, in modo da saper esprimere valutazioni

Tecnologia nella Storia

La sicurezza sui luoghi di lavoro

Prima
Le condizioni in cui lavoravano gli operai agli albori della rivoluzione industriale erano terribili. Gli industriali delle prime generazioni, spinti dalla feroce concorrenza, costringevano gli operai a turni massacranti. In molti casi donne e bambini venivano preferiti a uomini e adulti perché pagati meno.

1 La giornata lavorativa dei bambini iniziava alle 5 o alle 6 di mattina e finiva alle 7 o alle 8 di sera. Era prevista una pausa di mezz’ora per il pranzo.

2 I bambini cominciavano a lavorare nelle fabbriche all’età di 6-7 anni ed erano impiegati soprattutto per controllare i telai nelle industrie tessili e per pulire i pavimenti o le macchine.

3 Nelle fabbriche la temperatura era di 26-30 °C e le condizioni igieniche erano pessime. Il luogo di lavoro era malsano per gli adulti e, a maggior ragione, per i bambini.

Dopo
Agli operai viene riconosciuto, anche se lentamente e non in modo omogeneo in tutto il mondo, il diritto a veder tutelata la propria salute fisica e psichica dalle malattie che possono insorgere a causa della loro attività.

1 Il capannone dove si svolge l’attività lavorativa è molto ben illuminato e arieggiato a dovere. Attrezzi e utensili possono essere sospesi sopra l’area di lavoro, per non costituire ingombro.

2 Gli operai e gli addetti ai lavori sono dotati dei d.p.i. (dispositivi di protezione individuale) adeguati all’attività da svolgere: elmetti, occhiali, guanti, ecc.

3 L’ambiente di lavoro è costantemente pulito e libero da polveri.

LINEA DEL TEMPO
IV SECOLO A.C: Ippocrate, il grande medico greco, si informa sempre sul mestiere dei loro pazienti per meglio diagnosticare le malattie.

I SECOLO D.C.: l’imperatore Tiberio Claudio Druso si adopera per migliorare le condizioni degli schiavi. Agli schiavi che superano una grave malattia viene concessa la libertà.

XII SECOLO IN POI: le corporazioni delle arti e dei mestieri (associazioni di artigiani, mercanti, speziali, ecc.) garantiscono ai propri associati cure e assistenza in caso di bisogno.

1556: lo scienziato tedesco Georg Bauer, nel suo De re metallica, importante testo sui minerali, analizza gli infortuni e le malattie a cui erano soggetti i minatori, attribuendone la responsabilità, però, ai lavoratori stessi.

PUNTO DI SVOLTA
1700: Bernardino Ramazzini, professore di medicina, pubblica il trattato De morbis artificum diatriba (“Le malattie dei lavoratori”). È il primo trattato sulla salute dei lavoratori, scritto da colui che viene considerato il fondatore della medicina del lavoro.

1833: in Inghilterra si regolamenta il lavoro minorile. Per i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni si fissa un massimo di 12 ore al giorno; per i bambini tra i 9 e gli 11 anni, un massimo di 8 ore al giorno; per i bambini al di sotto dei 9 anni si decide il divieto di lavoro.

1886: in Italia, la legge n. 3657 sul lavoro dei fanciulli nelle cave, nelle miniere e negli opifici vieta il lavoro prima dei 9 anni e il lavoro notturno prima dei 12 anni.

1898: viene promulgata la legge n. 80 sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, la prima legge organica che affronta il tema della sicurezza sul lavoro in Italia.

1930: viene emanato il Codice penale, tuttora vigente. Gli articoli 437 e 451 si occupano di tutela e di sicurezza dei lavoratori, prevedendo pene per chi non installa le protezioni antinfortunistiche.

1942: viene emanato il nuovo Codice civile, ancora oggi in vigore. La tutela della salute del lavoratore viene indicata come un dovere del datore di lavoro (art. 2087).

1947: la Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 32 dice che: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».

1970: il Parlamento italiano approva lo Statuto dei lavoratori (legge n. 300). Esso stabilisce, all’articolo 9, che «i lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali».

2008: entra finalmente in vigore il decreto legislativo n. 81, testo unico in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, dove si inquadra in un unico testo di legge la complessa normativa precedente.

I personaggi

Bernardino Ramazzini nacque a Carpi (in provincia di Modena) nel 1633.

Si laureò in medicina e diventò professore universitario, prima a Modena e poi a Padova. È nell’università veneta che scrisse l’opera che lo renderà famoso in tutto il mondo scientifico e che verrà tradotta in molte lingue: il De morbis artifi-cum diatriba, in italiano “Le malattie dei lavoratori”. L’opera, pubblicata nel 1700 dopo dieci anni di lavoro, è il primo studio sulle malattie professionali, ed è considerata universalmente l’atto iniziale di quella che viene definita la medicina del lavoro.

Ramazzini studiò in modo approfondito una grande quantità di mestieri (circa 40-50) e ne descrisse i rischi probabili per la salute, analizzando i fattori climatici e ambientali.

Lo studioso distinse in due classi i principali fattori di rischio dei lavoratori: una prima costituita dalla pericolosità delle sostanze manipolate, una seconda rappresentata dai movimenti compiuti, dalle posizioni mantenute per un tempo troppo prolungato, dalla “organizzazione del lavoro”.

Nessuno, prima di Ramazzini, aveva ricercato negli ambienti di lavoro le cause delle malattie patite dagli operai e, tantomeno, si era preoccupato di esaminare tecnicamente se quelle cause potessero essere rimosse o attenuate.

Nessuno, infine, aveva pensato che creare condizioni di lavoro più favorevoli alla salute e ambienti di lavoro più salubri poteva rivelarsi un vantaggio per la comunità o rappresentare un

Individuò le malattie connesse con ciascun lavo- dovere sociale.