7. Storia di un'associazione commerciale La memoria di Zeno risale, a questo punto, ad un'epoca in cui la relazione con Carla non era ancora finita. A quando Guido gli propose di dirigere, insieme a lui, la sua casa commerciale. Proposta che egli accettò, per una serie di motivi che si sofferma a spiegare. Di quell'esperienza Zeno ha un ricordo piacevole, perlomeno dei primi tempi: in ufficio si respirava un clima di grande alacrità, si nutrivano speranze, anche se, a suo dire, l'incapacità di Guido fu subito manifesta. L'assunzione, voluta da Guido, di una bella impiegata, Carmen, alimentò le gelosie di Ada, e, nello stesso tempo, rinfocolò la rivalità tra i due cognati. Fu di quel periodo il primo affare poco oculato che, di li a qualche tempo, avrebbe compromesso gli interessi dell'azienda. Zeno ricorda poi come, turbato dall'abbandono da parte di Carla, avesse tentato degli approcci con Carmen e di come gli fosse toccato di assistere, durante una gita in barca, alle tenerezze tra l'impiegata ed il cognato. La rivalità con Guido ebbe ancora modo di manifestarsi con una buffa gara letteraria, ma, ben presto, a seguito della nascita di due gemelli e della malattia di Ada, per Guido le cose cominciarono a prendere una piega negativa. Sul morbo di Basedow, che aveva colpito Ada, Zeno rifletté a lungo, elaborando persino una teoria della malattia, che, a suo dire, era cosmica, universale. Fu di quel periodo un sogno rivelatore, che egli, imprudentemente, raccontò alla moglie: in esso erano abbastanza espliciti i ruoli di Ada e di Augusta!. Ma il destino non si accanì con Zeno, bensì con Guido, poiché sia la salute di Ada sia gli affari andarono peggiorando. Tra un litigio e l'altro con la moglie, Guido giunse, per procacciarsi del danaro, a fingere il suicidio, mentre Zeno, da parte sua, si mosse, per compiacere la cognata, a prendersi cura degli affari di Guido. Ciò gli consentiva di tenere contatti epistolari con Ada e, in verità, di aiutare concretamente il cognato, il quale, da parte sua, cominciò a fidarsi del sensale Nilini e a giocare, tramite lui, in Borsa. Zeno tentò di opporvisi, ma inutilmente; la famiglia, sugli investimenti in Borsa, 349