SCHEDA CRITICA 5 Svevo e la letteratura mitteleuropea di Angelo Ara e Claudio Magris Angelo Ara e Claudio Magris insistono nella collocazione della narrativa sveviana nella grande tradizione della narrativa austriaca o mitteleuropea che dagli inizi del secolo agli anni venti e trenta, ha trasformato la letteratura in un glossario del delirio contemporaneo, in un manuale di geometria della tenebra . Il commerciante Ettore Schmitz, che diviene lo scrittore Italo Svevo, è il caso estremo del triestino che scrive, dell individuo che appartiene al mondo economico austriaco e che si trasferisce, nell elaborazione fantastica, nel mondo culturale italiano. La vittoria dello spirito borghese, differita ed elusa da Svevo con una dissimulata guerriglia quotidiana di gesti e di sentimenti, si delinea sino all ultimo come un esito inesorabile della condizione umana e appare, a Svevo stesso, invulnerabile agli attacchi che egli le muove col suo lavoro letterario, nascosto e imbarazzante come un vizio. Soltanto alla fine l autore della Coscienza di Zeno (1923) si accorgerà, con esitante e incredula felicità, di essere non già una vittima o un prodotto di quel mondo, che gli era apparso l unico possibile, bensì un dissolvente e un distruttore di quel mondo, un suo postero. Se ne accorgerà perché saranno gli altri, famosi uomini di lettere riconosciuti come tali in tutta l Europa, a dirgli quello che egli, solido ed esitante commerciante di provincia, sospettava senza osare ammetterlo a se stesso. Svevo vive la sua più grande stagione creativa nel dopoguerra , dopo l insuccesso dei primi due romanzi, scritti sul volgere del secolo, e la lunga, apparente inerzia letteraria. La tardiva liberazione affina, nelle opere e nei giorni dell ultimo Svevo, l intelligenza e il piacere, ma non ottunde la consapevolezza della lunga vittoria dello spirito borghese. l esperienza di questa vittoria, subita e vissuta nella sua stessa persona e fatta propria da Svevo con amara ironia, che gli consente di essere forse il più grande ossia il più disilluso poeta della vita borghese, lo scrittore che ha fissato più a fondo il suo sguardo nella scissione dell esistenza borghese e nel compromesso che la rattoppa senza credere di poter veramente sanare quella scissione, ma soprattutto senza credere che quel compromesso potesse spacciarsi per guarigione di quella ferita o per superamento di quel dissidio e meditazione dei 595