SCHEDA CRITICA 9 Svevo e la psicoanalisi di Elio Gioanola Nel rapporto conflittuale tra Zeno Cosini e il dottor S., Elio Gioanola vede rappresentato il rapporto tra Italo Svevo e la psicoanalisi. Nel romanzo non c è l intento di far affiorare l inconscio, ma piuttosto si nota la volontà di innalzare una barriera che tuteli l inconscio e salvaguardi la malattia stessa. Far questo significa anche garantirsi la possibilità di continuare a scrivere, perché l oggetto dello scrivere è proprio la malattia. C è proprio da credere che chi pensa alla «guarigione sia caduto in pieno nella rete tesa da Zeno per ingannare tutti coloro che vorrebbero privarlo dei vantaggi della malattia: come dice splendidamente Lavagetto, «il resoconto che (Zeno) passa allo psicoanalista è un modo per collocare la malattia al sicuro e la salute sotto cauzione . La disamina che questo critico ha della supposta analisi di Zeno dimostra ineccepibilmente come essa non osservi nemmeno una delle regole analitiche presenti in ogni vero trattamento: siamo, sia detto ad ulteriore rinforzo delle osservazioni di Lavagetto, in piena «psicanalisi selvaggia , secondo la precisa definizione di Freud che in proposito dice: « un concetto da lungo tempo superato e derivante da apparenze superficiali, quello secondo il quale l ammalato soffrirebbe per una specie di insipienza, per cui, se si elimina questa insipienza fornendogli informazioni egli dovrebbe guarire [ ] Ma tali misure hanno sui sintomi della malattia la stessa influenza che la distribuzione di liste di vivande in tempo di carestia può avere sulla fame . Si ricorderà quello che dice Zeno: «Ero guarito e non volevo accorgermene! Era una vera cecità questa: avevo appreso che avevo desiderato di portar via la moglie - mia madre! - a mio padre e non mi sentivo guarito? Inaudita ostinazione la mia : non c è da stupirsi che il dottor Weiss nutrisse forti perplessità sulla natura psicanalitica del romanzo imbattendosi in affermazioni di questo genere. Il fatto è che Zeno-Svevo si comporta col dottor S. esattamente come quella signora isterica che interrogata da un amica perché non aveva ancora pensato di consultare il dottor Freud, rispose: «Perché dovrei farlo? So già quello che mi chiederebbe: Le è già venuta l idea di avere rapporti sessuali con Suo padre? ; e Freud conclude: «Ritengo superfluo assicurare espressamente che non ho mai avuto l abitudine, né allora né oggi, di formulare domande 613