CAPITOLO XIII - Oh santo figliuolo! donde venite con questo tempo da lupi? - gridò il Ravì nel vedersi davanti Pepè fradicio di pioggia da capo a piedi e tutto inzaccherato1. Pepè gli narrò in breve l avventura e manifestò infine il suo rimorso per il malanno sopravvenuto a don Diego. - Lasciate fare a Dio! - gli rispose don Marcantonio, infilandosi in fretta il soprabito. - Muore? Se non fosse carne battezzata, direi che ci ho piacere2. Ah ci ha provato gusto lui a farsela coi giovanotti? Ben gli stia! Don Pepè, non dico per voi: voi non c entrate. Questa è la mano di Dio3. Rosa, il paracqua... Andiamo, don Pepè. Trovarono don Diego in preda al delirio, con un febbrone da cavallo, e Stellina che piangeva, spaventata dalle parole sconnesse del marito, che la scambiava or per una or per l altra delle precedenti mogli, domandandole conto e ragione dei torti che queste gli avevano fatto. - Sei l anima di Luzza, tu? Ti scongiuro in nome di Dio, dimmi che cosa vuoi! Il delirio durò a lungo; poi gli spiriti abbandonarono don Diego, che giacque sotto la febbre incalzante. 1 inzaccherato: sporcato con schizzi di fango. 2 Se non fosse...piacere: don Marcantonio non è un uomo crudele o immorale, ma l eventuale morte dell Alcozèr (su cui, del resto il patto fra i due era fondato) coronerebbe il suo progetto e ne sancirebbe la validità. 3 la mano di Dio: il Ravì identifica la provvidenza divina con quella concatenazione degli eventi che permette la realizzazione dei suoi desideri. 101