CAPITOLO XXV Ogni sera i tre sconfitti si riunivano là, in casa di don Diego 1, per la partitina. Spesso il discorso cadeva sul Coppa, che il Ravì, rivolgendosi a Pepè, chiamava vostro cognato. - Mio cognato, un corno! - rispondeva Pepè. La povera sorella mia è morta, e l ha fatta morir lui... Dunque, chiamatelo ora vostro genero. - Genero, se l avessi riconosciuto, - rimbeccava don Marcantonio. - Mentre voi, per cognato, sì; e dovreste averne ancora rimorso, come se aveste commesso un fratricidio. Don Diego allora tornava ad interporsi per riconciliarli, ma dentro di sé scialava2, a quelle scenette. - Non esageriamo, signori miei, non vi riscaldate... Perché ricadere ogni volta su codesto discorso, se sapete che vi scotta? Via, via... ripigliamo la partita! Non facciamo come i galletti in gabbia che si beccano l un l altro, in luogo di consolarsi a vicenda. Siamo stati traditi tutti e tre. Il fatto è fatto, e non se ne parli più. Non giudichiamo soltanto dal caso nostro un degno galantuomo3. 1 i tre...Diego: è la comune sconfitta a cementare i rapporti fra questi personaggi così diversi, i quali si ritrovano non foss altro che per il bisogno di discutere insieme delle vicende che l hanno determinata. 2 scialava: si divertiva. 3 un degno galantuomo: il giudizio positivo è dovuto al fatto che l Alcozèr è l unico che, in un certo senso, deve gratitudine al Coppa per essere stato liberato, grazie al suo intervento, da un legame divenuto insopportabile. 161