CAPITOLO XXVIII - Sono matto? Geloso d un vecchio, io, Ciro Coppa? 1 Appena giunto in città, si sentì liberato da quell incubo che lo aveva oppresso tanti mesi in campagna. E nella nuova disposizione d animo, volle fare a fidanza2 con se stesso. Non temeva più rivali. Lui, Ciro Coppa, doveva temere di Pepè Alletto, per esempio? Eh via! Lo cercò anzi per la città, e, trovatolo, lo chiamò a sé, mentre l Alletto, facendo le viste di non essersi accorto di lui, tirava via diritto. - Pepè! Ti avevo promesso una volta un posticino... Ebbene, te l ho trovato. Vuoi venire da me? - Da te? - Nel mio studio. Lo riapro domani. Avrai da copiare: meglio tu, che un altro. Purché non mi faccia errori d ortografia... Pepè rimase a guardarlo a bocca aperta. - Vieni, vieni, - insistette Ciro. - Hai inteso? - Ho inteso, sì, - rispose Pepè, non sapendo ancora capacitarsi come e perché il Coppa potesse fargli quella proposta. - Accetti? - Io?... E perché no? 1 Geloso...Coppa?: ancora un capitolo che, iniziando con le battute di un monologo interiore, elimina ogni pausa descrittiva e dà avvio immediatamente alla rappresentazione. Il romanzo si svolge così con un ritmo serrato che ne garantisce la vivacità. 2 fare a fidanza: prestare fiducia. 175