CAPITOLO XXX V erso la mezzanotte, attorno al letto su cui Ciro aveva or ora cessato di rantolare, si ritrovarono Stellina, Pepè e Marcantonio Ravì, come in un altra veglia, attorno a un altro letto1. Stellina, però, questa volta, piangeva con la faccia nascosta nel fazzoletto; e il suo pianto irritava don Marcantonio, scuro e taciturno, e avviliva Pepè. Seduto su la greppina2, con le braccia attorno al collo dei due figliuoli del Coppa, che gli sedevano accanto silenziosi, con gli occhi velati di lagrime3, fissi sul volto esanime4 del padre, Pepè pensava alla sorella Filomena, morta in quella stessa camera, ora come allora rischiarata da quattro torce funebri a gli angoli del letto; e gli pareva di vederla lì stesa, accanto al marito. Ed ecco i due piccoli orfani, i due piccoli esseri rimasti in quella casa. Pepè se li teneva stretti sul petto e sentiva, nell esaltazione del dolore, che la povera Filomena, dal mondo di là, glieli affidava. Con lo sguardo dolorosamente fisso su Stellina, aspettava, aspettava, che ella levasse gli occhi dal fazzoletto e lo vedesse così e com- 1 attorno...letto: quello dell Alcozèr, caduto gravemente malato dopo la gita alla Valle dei templi. 2 greppina: così viene chiamata, nel linguaggio popolare, l agrippina, ossia un divano con una sola spalliera e un solo bracciolo, in uso nell Ottocento. 3 con gli occhi...lagrime: sono, i figli del Coppa, personaggi assolutamente marginali, quasi privi di vita; qui per la prima volta manifestano, sia pure in modo convenzionale, dei sentimenti. 4 esanime: senza vita. 183