CAPITOLO II Don Diego Alcozèr già si faceva vedere per la città 1 in compagnia del futuro suocero. Marcantonio Ravì, bonaccione, grasso e grosso, col volto sanguigno tutto raso e un palmo di giogaja2 sotto il mento, con le gambe che parevan tozze sotto il pancione e che nel camminare andavano in qua e in là faticosamente, sembrava fatto apposta per compensar don Diego fino fino, piccoletto, che gli arrancava accanto con lesti brevi passetti da pernice, tenendo il cappello in mano o sul pomo del bastoncino, come se si compiacesse di mostrar quell unica e sola ciocca di capelli, ben cresciuta e bagnata in un acqua d incerta tinta 3 (quasi color di rosa), la quale, rigirata, distribuita chi sa con quanto studio, gli nascondeva il cranio alla meglio. Niente baffi, don Diego, e neppur ciglia: nessun pelo; gli occhietti calvi scialbi acquosi. Gli abiti suoi più recenti contavano per lo meno vent anni; non per avarizia del padrone, ma perché, ben guardati sempre dalle grinze e dalla polvere, non si sciupavano mai, parevano anzi incignati4 allora allora. Così, ahimè, s era ridotto uno dei più irresistibili conquistatori di dame in crinolino5 del tempo di Ferdinando II 1 la città: Agrigento, che è anche la città natale dell Autore. 2 giogaja: pelle che pende dal collo. 3 acqua d incerta tinta: tintura di colore indefinito. 4 incignati: usati per la prima volta. 5 crinolino: soffice tessuto in lino e crine di cavallo, usato nell Ottocento per confezionare ampie sottane sostenute da cerchi di filo di ferro. 41