CAPITOLO III - Ecco... va bene: io non ho fretta, Marcantonio mio, - diceva, il giorno dopo, don Diego al Ravì, nel Caffè del Falcone: - Però, ecco... non per me, ma per il vicinato: sotto le finestre di casa tua (tu forse hai il sonno greve1 e non senti), quasi ogni notte si fanno serenate: chitarre e mandolini, eh eh... Lo so: giovanotti allegri... Che bellezza, la gioventù! Sai chi sono? I fratelli Salvo coi cugini Garofalo e Pepè Alletto: chitarre e mandolini. - Vi giuro, don Diego mio, che non ne so nulla, parola di galantuomo! Dite davvero? Serenate? Lasciate fare a me. Or ora vi fo2 vedere io, se... - Dove vai? - In cerca di codesti signorini che mi avete nominati. - Sei matto? Siedi qua! Vuoi compromettermi? - Voi non c entrate! - Come non c entro, asino? Ci guastiamo, 3 bada. Senza tante furie. Soglio far le cose con calma, io. Son giovanotti, e cantano: gioventù vuol dire allegria... Sa cantare anche Stellina, m hai detto? Bene; il canto mi piace. Dicevo soltanto per il vicinato che sta a sentire ogni notte, e... capirai, le male lingue... Tu dovresti consigliare a codesti giovanotti un po di pazienza, mi spiego? perché hai la puella 4 già sposa. Ma con buona maniera, con calma. 1 greve: pesante. 2 fo: faccio. 3 ci guastiamo: poniamo fine ai nostri buoni rapporti. 4 puella: fanciulla. 47