CAPITOLO VI Pepè trovò la sorella che si aggirava come un ombra per le stanze quasi al bujo. Pareva già vecchia a trentaquattro anni: un male, che ancora i medici non riuscivano a precisare, la consumava da parecchi mesi; ma di questo ella non si lagnava, considerandolo come una lieve giunta ai tanti danni della sua vita. Non si lagnava veramente di nulla, neanche di non poter vedere la madre, già da anni in rottura mortale col genero. Avrebbe avuto tanta consolazione anche dalla sola vista di lei! Ma donna Bettina aveva giurato di non rimetter piede mai più in casa del Coppa; ed ella, per la gelosia feroce del marito, non che uscire di casa, non poteva neppure sporgere un po il naso fuor della finestra. Non glien importava più; non si crucciava1 più nemmeno in cuore della sorte tristissima che le era toccata, nascendo. L amarezza d una totale remissione2 le si leggeva ormai negli occhi silenziosi, costantemente assorti in una pena ignota, indefinita. - Filomè, come ti senti? Ella alzò le spalle e aprì un po le braccia, in risposta. 1 si crucciava: si addolorava. 2 remissione: sottomissione. Anche la vicenda di Filomena testimonia una condizione, largamente diffusa nella società siciliana, di totale sudditanza della donna all interno della famiglia. La moglie del Ravì, che nemmeno prende in considerazione l idea di dissentire dalle decisioni del coniuge; la madre di Pepè, impotente di fronte al marito da cui è stata in pochi anni condotta alla rovina; Stellina, costretta dal padre a un matrimonio per lei ingrato: tutti i personaggi femminili del romanzo hanno in comune una storia di sottomissione più o meno rassegnata al capo famiglia, la cui volontà domina sovrana. 65