IL CANTO DELL'USIGNOLO Le Domnei des amanz Tristano fuori canta e geme, come l’usignolo che prende congedo, sul finir dell’estate con tristezza. Tristano ora vuole lasciare Tintagel e recarsi nel Galles, accompagnato da Governal. Si tratta di una decisione dolorosa ma necessaria, dal momento che ha promesso a re Marco di allontanarsi dal paese. Il giorno della partenza, però, egli non resiste alla tentazione e si reca ancora una volta nel giardino del castello, dove un tempo incontrava l’amata. È notte, il cielo risplende di stelle; Tristano penetra nel giardino, va sotto le finestra di Isotta, che dorme accanto al suo sposo, e imita il canto dell’usignolo. La regina si sveglia, riconosce la voce di Tristano che sapeva imitare benissimo il cinguettio degli uccelli, e scende in giardino dove il giovane l’attende. Gli amanti si abbracciano. La notte trascorre, giunge l’alba che illumina il cielo; ora la passione ha ridato ai due giovani il coraggio e l’ardire, così ogni giorno essi s’incontrano nel bel giardino, lontano da sguardi indiscreti. I baroni cattivi, però, sono venuti a sapere ogni cosa; un mattino Tristano sorprende uno di loro, Denoalen, mentre si aggira nel giardino e lo uccide; poi elimina Gondoine, un altro barone malvagio, e infine fugge verso la terra del Galles.