ISOTTA DALLE BIANCHE MANI

L’ira delle donne si deve temere,
ciascuno se ne deve ben guardare,
come facilmente nasce il loro amore
altrettanto facilmente nasce in loro l’odio.

Thomas

Tristano continua a viaggiare; attraversa mari e terre infinite nel vano tentativo di placare la sua angoscia. Ritorna a Loonnois, suo paese d’origine, dove riabbraccia Rohalt che gli ha fatto da padre; poi si spinge in Bretagna insieme al fedele Governal e lì incontra un eremita che li accoglie ospitalmente. Il sant’uomo gli racconta una storia: le terre di Bretagna, governate dal conte Hoel, sono ora minacciate dal duca Riol, suo spietato nemico. Tristano, deciso a portare aiuto a Hoel, raggiunge di sera il suo castello e promette al signore di appoggiarlo contro Riol. Kaherdin, il figlio del conte, prova subito simpatia per Tristano e gli presenta sua sorella, Isotta dalle Bianche Mani. L’eroe è colpito dalla bellezza della giovane, ma soprattutto dal nome di lei, che gli ricorda la sua amata regina. Il giorno dopo, di comune accordo, Kaherdin e Tristano iniziano ad agire: penetrano negli accampamenti dei nemici e abbattono le loro tende, attaccano i loro convogli. Poi, durante un duello, Tristano sconfigge Riol e lo costringe a consegnarsi prigioniero al nemico. A questo punto il conte, su richiesta di Kaherdin, prega Tristano di restare nelle sue terre e gli offre in sposa la figlia Isotta. Si celebrano le nozze, ma Tristano, sconvolto dall’idea di aver tradito l’amata, non riesce ad amare la dolce sposa e si abbandona all’angoscia.