Il grande pIno Isotta, amore mio, Isotta amica mia, in te la mia morte, in te la mia vita. Gottfried von Strassburg I baroni ostili a Tristano informano il re dei suoi rapporti con Isotta; Marco però non ci crede, anzi difende il nipote dalle loro insinuazioni. Tuttavia le parole dei perfidi instillano nel suo cuore il sospetto: ora egli spia i due giovani, cerca di coglierli in flagrante, ma invano. Brangean, che si è accorta di tutto, li ha avvertiti delle manovre di lui ed essi, agendo con astuzia e cautela, riescono a scongiurare il pericolo. Marco però, pur non avendo prove contro di loro, non riesce a liberarsi dai dubbi e chiede perciò a Tristano di lasciare temporaneamente il castello. L eroe se ne va, ma si ferma nel borgo di Tintagel, non potendo resistere troppo lontano dall amata. Con lui c è Governal, il suo vecchio maestro, che cerca di assisterlo nella sventura. Tristano si dispera, è divorato dalla febbre e anche Isotta si ammala senza di lui. La situazione sembra volgere al peggio, ma l intervento di Brangean salva ancora gli amanti: ella suggerisce loro uno stratagemma, per incontrarsi lontano da sguardi indiscreti. Seguendo i suoi consigli, i giovani si vedono ogni notte nel giardino dietro al castello, mentre il re Marco, che non sospetta nulla, si persuade sempre di più dell innocenza della sposa. Ma i baroni continuano a dubitare, si rivolgono perciò al nano Frocin che conosce la magia, il quale svela il segreto degli amanti. Ancora una volta i malvagi denunciano il fatto al re Marco che, a malincuore, segue i loro consigli e sorprende i due giovani durante un convegno notturno. Essi però, accortisi della sua presenza, fugano astutamente i suoi sospetti, sicché il sovrano, convinto della loro innocenza, riabbraccia Tristano e lo fa ritornare al castello. 63