INTRODUZIONE La storia di Tristano e Isotta, ispiratrice di molti e celebri romanzi, sorge in Francia nel Medioevo, precisamente intorno alla seconda metà del XII secolo, in un contesto socio-culturale caratterizzato dal feudalesimo. Il feudo consisteva in un beneficio, una sorta di dono (la signoria su un territorio o su una città, il diritto allo sfruttamento di un podere, ecc.) accordato dal principe a quei guerrieri o vassalli che più si erano distinti per fedeltà nei suoi confronti. Una volta investiti di questo beneficio, essi avevano il dovere di prestargli aiuto in caso di bisogno, di governare e combattere in nome e nell’interesse di lui. Non solo: anch’essi potevano a loro volta investire del beneficio feudale altri nobili minori, i quali contraevano nei loro riguardi i medesimi obblighi che i feudatari avevano nei confronti del re. Il legame fortissimo, o vassallaggio, che s’instaurava così fra il sovrano e i suoi fedeli, fra i feudatari e i loro vassalli, rappresentava il cardine e il centro motore dell’organizzazione dello Stato feudale. Un’organizzazione il cui ordinamento era rigorosamente gerarchico e nella quale gli obblighi che vincolavano fra loro i diversi gradi di questa gerarchia erano essenzialmente di tipo militare. I nobili erano prima di nato guerrieri e formavano la parte più prestigiosa dell’esercito feudale, la cavalleria pesante. In un’epoca in cui le continue incursioni dei Normanni e degli Ungari (IX-X secolo) mettevano in crisi il già precario equilibrio dell’Europa, è comprensibile come il ricorso alla guerra fosse una necessità costante, e come la figura del guerriero, fedele al suo signore, eroico e coraggioso combattente, rappresentasse un po’ l’ideale del tempo. Un ideale che venne per così dire elaborato e forgiato dall’istituto della cavalleria (XI secolo), una sorta di corporazione formata da guerrieri professionali, tutti appartenenti al ceto aristocratico. 1. Lo sfondo storico e sociale