Leonardo Sciascia GIUF Non solo la natura, ma anche il lavoro e le istituzioni dell uomo contribuiscono a dipingere i paesaggi, tra cui uno degli scenari tipici dell Italia: il Meridione immobile, abitato da contadini sfruttati, da donne oppresse, dai prepotenti delle varie dominazioni straniere che esercitano il potere con le armi e con l appoggio autorevole della chiesa. In una campagna siciliana che potrebbe essere di cinquanta come di mille anni fa, lo scemo del paese, il più debole di tutti, si prende a modo suo una rivincita sui forti. Leonardo Sciascia (Racalmuto 1921 - Palermo 1989) noto per i romanzi ad impianto poliziesco in cui tratta il problema della mafia e dei suoi legami con la politica nazionale (Il giorno della civetta,1961; A ciascuno il suo, 1966; Todo modo, 1974), ha affrontato molti altri temi della realtà meridionale fin dal suo primo libroinchiesta, Le parrocchie di Regalpetra, 1956, e nei racconti (Gli zii di Sicilia, 1958; Il mare colore del vino, 1973). Anche la storia lontana e recente ha fornito allo scrittore spunti per riflettere sulla società contemporanea e denunciarne i mali, spesso andando controcorrente, con un impegno civile che lo portò in Parlamento dal 1979 al 1983, venato di pessimismo (emblematica la figura di Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, del 1977): dal romanzo Il Consiglio d Egitto (1963) ai racconti gialli imperniati su poliziotti o magistrati solitari, come in Una storia semplice (1989) alle ricostruzioni di casi di cronaca, come I pugnalatori (1976) L affaire Moro (1978) La strega e il capitano (1986). da LEONARDO SCIASCIA, Il mare colore del vino, Torino, Einaudi, 1973 135