Cesare Pavese CONGEDATO Chi non ha mai avuto - o non è addirittura stato - un compagno di classe come Masin, indisciplinato, ribelle, impegnato in continue provocazioni ai professori; un tipo che rende le lezioni movimentate e talvolta divertenti? Gli studenti come Delmastro, ragazzi o adulti, nascondono - o rivelano - un intelligenza vivace, una capacità di riflettere e non solo di ripetere a memoria, ma anche problemi ed insicurezze, insoddisfazioni personali che li rendono, come si dice in gergo scolastico, disadattati . A volte prendono a calci non solo la scuola, ma il mondo intero. Cesare Pavese (S.Stefano Belbo 1908 - Torino 1950) interpreta nella vita e nelle opere aspetti significativi del Novecento italiano: il disadattamento dell adulto e la nostalgia per l infanzia; l inquietudine esistenziale che lo porterà al vizio assurdo del suicidio; l apertura internazionale ( era studioso, traduttore e divulgatore della letteratura americana: celebre, tra le altre, la traduzione di Moby Dick), che contraddistingue il suo lavoro alla casa editrice Einaudi; l esigenza di libertà (fu condannato dal regime fascista al confino tra il 1935 e il 1936); il contrasto città-campagna, ambientato nelle Langhe, sua terra d origine. Tra le sue opere ricordiamo poesie (Lavorare stanca, 1936), romanzi (Il compagno, 1947; La casa in collina, 1948, considerato da molti il suo capolavoro; La luna e i falò, 1950) e il suo diario Il mestiere di vivere. Il racconto che segue appartiene a quello che avrebbe dovuto diventare un breve romanzo dal titolo Ciau Masino, scritto all inizio degli anni 30 e pubblicato postumo nel 1968. da PAVESE, Racconti, vol. I, Torino, Einaudi, 1979 89