UNA NOTTE SPAVENTOSA Ivàn Petrovic Panichidin impallidì, ridusse la fiamma della sua lampada e prese a parlare con voce esitante: Una buia cappa gravava sulla terra, quando io, durante la notte di Natale del 1883, stavo tornando a casa dopo essermi congedato da un amico, che adesso è morto, presso il quale ci eravamo proprio quella sera fermati per una seduta spiritica. Le stradine che andavo percorrendo, chissà perché, non erano illuminate, ed ero costretto a cercare la strada quasi a tentoni. Vivevo a Mosca, nei dintorni di Uspénie-naMoghiltsach, nella casa del funzionario Trupov, cioè in una delle zone meno frequentate dell Arbàt1. I miei pensieri, mentre camminavo, erano tristi e desolati La tua vita sta volgendo al termine pentiti Questa era la frase che, durante la seduta, mi era stata trasmessa da Spinoza2, di cui eravamo riusciti ad evocare lo spirito. Gli avevo chiesto di ripetere, e il piattino non soltanto aveva riformato la stessa frase, ma aveva anche aggiunto: Questa notte. Io non credo allo spiritismo, ma il pensiero della morte, anche soltanto un suo accenno, mi fa cadere nello 1 Arbàt: una delle vie storiche, prediletta dai moscoviti. Nel XIX secolo era frequentata soprattutto dai nobili e dagli intellettuali, ed è diventata, in seguito, la prima via pedonale della capitale. 2 Spinoza: filosofo olandese vissuto nel XVII secolo., esaltatore della funzione della ragione come frutto della liberazione dalle passioni e come principio fondamentale per la costruzione dello stato. 279