119 Mary Shelley In una cupa notte Il dottor Frankenstein, ambizioso scienziato di due secoli fa, vuol tentare un impresa impossibile e contronatura: superare la barriera della morte e diventare il creatore di una nuova stirpe di uomini. Gli scrupoli sono sempre superati dall ardore scientifico, ed egli procede, tra fascino e disgusto, nei suoi esperimenti, finché riesce a fabbricare con frammenti di cadaveri umani e animali un essere animato da scariche elettrostatiche, una povera vittima, cavia da laboratorio. La costruzione-creazione di Frankenstein è un assemblaggio di pezzi. Gli organi dell ingranaggio, in questo caso, sono però umani e l essere che nasce è fabbricato e poi gettato via come un prodotto difettoso, come una cosa brutta. Creato, dunque, un mostro in una cupa notte da incubo, lo scienziato prova repulsione per ciò che ha realizzato e subisce quasi uno shock, quando al suo sguardo inorridito e che non vorrebbe più vedere si contrappongono gli occhi della creatura che si sono appena aperti e sono pieni di domande . Mary Wollstonecraft Godwin Shelley (1797-1851), scrittrice inglese, moglie del poeta Percy Bysshe Shelley (1792-1822), fu autrice di vari romanzi, fra cui L ultimo uomo (1826), ma è ricordata in particolare per Frankenstein o il Prometeo moderno, pubblicato anonimo nel 1818 e poi, firmato e con qualche cambiamento, nel 1831. Il libro è un fortunato racconto dell orrore, variamente ripreso sino ad oggi in ambito teatrale, cinematografico e fumettistico, a testimonianza di un successo universale ininterrotto. M. Shelley, Frankenstein ossia Il moderno Prometeo, Milano, Mondadori 2000, trad. it. di C. Zanolli e L. Caretti.