195 Roberto Vacca Buio Questo racconto, duro e provocatorio, non è dunque una storia di pura fantasia. In effetti, sono permanenti i rischi di paralisi insiti nei grandi sistemi organizzativi. Soprattutto le conseguenze di un blackout esteso e prolungato potrebbero risultare disastrose in una metropoli, come accade nelle pagine che seguono. Alcuni personaggi della vicenda lavorano per costruire il progresso e sono costretti, invece, a drammatiche lotte per evitare la disfatta e per tentare di salvarsi la vita contro la criminalità e la violenza. Infatti, l aggressività umana, potenziata da situazioni di emergenza, si scatena a volte senza pietà, e le megalopoli possono trasformarsi in uno scenario apocalittico, in cui l uomo tende a ritornare una belva. Roberto Vacca (1927), romano, ingegnere elettrotecnico, ha iniziato ben presto a pubblicare racconti di fantascienza e di fantapolitica, in cui sono spesso messe in rilievo anche con toni satirici le pretese eccessive dell uomo nei rapporti fra natura, scienza e tecnologia. Il suo esordio come scrittore risale al 1963, con il libro Il robot e il minotauro, cui seguì l antologia narrativa Esempi di avvenire (1965). La fama giunse nel 1971, con il saggio Il Medioevo prossimo venturo, in cui viene previsto un crollo dei sistemi tecnologici, a causa della loro eccessiva complessità, o la degradazione dei grandi sistemi artificiali. R. Vacca, La morte di Megalopoli. L ultima spiaggia del progresso, Milano, Mondadori 1974.