141 Le punizioni di Eco e Narciso G Giunone era la moglie di Giove. Si trattava, senza dubbio, di una condizione privilegiata, poiché il capo degli dèi aveva un immenso potere e la sua compagna lo condivideva. Essa era rispettata, temuta, ammirata e molto spesso invidiata. Per altri versi, però, la sua posizione era anche molto scomoda. Il suo consorte, infatti, non era precisamente un campione di fedeltà e la povera Giunone era costretta a stare continuamente attenta, per cercare di sventare una parte, almeno, delle avventure con altre creature femminili,a cui Giove si dedicava così volentieri. Giungeva al punto di seguire Giove, se soltanto sospettava un suo incontro galante. Spesso, per esempio, lui si recava sul monte Parnaso: certo, era una montagna sacra, particolarmente cara ad Apollo e alle Muse. C era quindi anche una necessità pratica perché il capo degli dèi si facesse vedere da quelle parti: ribadire l importanza di quel centro di culto. Però, Giunone non era del tutto convinta: sospettava che le attenzioni che il marito dedicava a quel luogo potessero nascondere altro. Spesso accadeva, perciò, che la dea si inoltrasse tra i boschi che crescono alle falde della montagna e cercasse di non perdere le tracce di Giove il quale sembrava procedere con sicurezza, lungo sentieri che parevano essere utilizzati anche da altri. Capitava che Giunone, così facendo, incontrasse qualche ninfa. Non le dispiaceva, poiché, se questa era sola, significava che il marito non era sceso in terra per lei; almeno non per lei. Incontrava di frequente Eco, una ninfa davvero simpatica: si fermava volentieri a chiacchierare con Giunone e, anzi, sembrava prendere particolarmente a cuore i pettegolezzi che quel-