185 La tolleranza premiata: Filémone e Bauci C Ciò che oggi noi chiamiamo Turchia era un tempo detta Asia Minore. Si tratta di una regione molto vasta, all interno montagnosa e piuttosto arida, mentre, verso il mare, è percorsa da brevi torrenti. Un tempo, sulla costa meridionale abitavano dei Greci che erano emigrati dalla madre patria e avevano fondato città e regni. La Frigia era uno di questi regni. Era una terra aspra, addolcita soltanto dalla fitta vegetazione della macchia mediterranea. Gli alberi erano ancora numerosi, mentre, nei secoli successivi,sarebbero stati spietatamente tagliati per produrre legname, lasciando il terreno nudo ed esposto all erosione. La vegetazione, allora, era in grado di trattenere le acque e, anzi, c erano, disseminati qua e là, laghetti e stagni. Molte specie di uccelli trovavano rifugio tra le erbe delle rive di quegli specchi d acqua, e i richiami degli agili smerghi si incrociavano spesso con quelli delle timide folaghe. Poiché i taglialegna non erano ancora comparsi in quelle regioni,si potevano incontrare alberi colossali,vecchi di secoli,con tronchi che avevano circonferenze tali, che molti uomini si dovevano tenere per mano, a braccia spalancate, per cingerne il perimetro. Vi era un luogo, in particolare, che riassumeva un po tutte queste caratteristiche. Infatti, tutta la valletta che si estendeva ai piedi di un certo colle era occupata da uno stagno pullulante di pesci e di piante acquatiche. Folaghe, germani, aironi e svassi si muovevano tra le canne, mentre sopra di loro roteava il falco di palude e ogni tanto si sentiva il tuffo di una lontra.Sulla bassa collina che dominava tutto ciò, poi, due alberi venerabili erano posti uno accanto all altro: erano un tiglio dalle foglie a forma di cuore e una quercia dal portamento splendido.