219 Aiace, Ulisse e le armi di Achille C Come muore un grande guerriero? Siamo abituati a immaginarci un momento così drammatico ambientato su un campo di battaglia,tra un cumulo di nemici uccisi: ce lo rappresentiamo nella fantasia mentre cade circondato da un numero esorbitante di avversari, sconfitto non da un singolo più forte di lui, ma schiacciato dalla forte pressione del numero. Oppure ricordiamo dei quadri o delle statue in cui il prode è solo, vittima di terribili ferite che non siano riuscite a impedirgli di vincere, ma che ne abbiano poi decretato la fine, quando il furore della battaglia si era estinto e la bruta legge fisica si era imposta. Insomma, se pensiamo a un guerriero famoso, collochiamo la sua morte in seguito alle offese del nemico e in fondo pensiamo che, per un combattente, non vi sia fine più desiderabile, che quella di cadere in battaglia. Se, poi, cerchiamo di immaginare una situazione diversa, possono venirci in mente qualche vendetta degli dèi, oppure un tradimento, come capitò ad Agamennone, fatto uccidere dalla moglie, o ad Alessandro Magno, avvelenato da qualche cortigiano. Eppure, la storia della morte di Aiace Telamonio è diversa e, a ben vedere, ben più drammatica! Chi era Aiace Telamonio? Ebbene,era il più forte eroe greco, dopo Achille, tra quelli che parteciparono al lunghissimo assedio di Troia. Il suo secondo nome derivava dal fatto di essere figlio di Telamone che era stato, in gioventù, uno dei compagni di Ercole, il che non era davvero poco. Il suo bisnonno, poi, era addirittura Giove.