87 Oltre la morte: Orfeo ed Euridice I In tutto il mondo greco, nessuno aveva mai saputo comporre ed eseguire canzoni come Orfeo. Era senza discussione il migliore e si spostava di regione in regione, traendo ispirazione da tutto ciò che di bello incontrava nei suoi viaggi: monti, laghi, città, donne, episodi che gli venivano raccontati o che egli stesso viveva in prima persona. La sua arte era straordinaria e il modo con il quale usava la voce assolutamente unico. E dire che non era originario proprio della Grecia «autentica , quella che viene in mente quando si pensa a quel territorio. No, Orfeo veniva dalla Tracia che è quella regione oggi divisa tra la Grecia e la Turchia e che ha come città principale Istanbul. Del resto, era figlio di Apollo, che è il dio della musica e dei poeti, e della musa Call ope il cui nome significa, guarda caso, bella voce. Si può proprio dire, in una circostanza come questa, che buon sangue non mente! Accadde che un giorno Orfeo si era seduto a cantare in un luogo solitario. Ciò può sembrare strano, visto che ci si immagina che un artista abbia bisogno del continuo contatto con il pubblico e che l isolarsi, come lui aveva fatto, in una regione boscosa e deserta, sia una specie di controsenso. In realtà, il pubblico non gli mancava: la dolcezza del canto di Orfeo era infatti tale,che intorno a lui si era radunata una piccola folla di lepri,di pernici,di linci,di merli,di cinghiali,di orsi, di caprioli, di tutti gli animali, insomma, che la foresta ospitava. Essi, per l occasione, avevano cessato di combattere tra loro e il lupo poteva sedere accanto al cerbiatto, e la faina accanto alla quaglia, senza manifestare il più piccolo accenno di ferocia,