114 IL SILENZIO, IL BUIO Goffredo Parise Altri In questo racconto dall atmosfera magico-fiabesca, uno strano bambino malinconico ha un incontro ravvicinato con un adulto sconosciuto, una specie di relitto umano, almeno secondo gli occhi infantili, abituati a deformare la realtà con la lente delle emozioni e della fantasia. L estraneo irrompe all improvviso, e la sua sola presenza di povero sbandato costituisce una violazione per il piccolo mondo ordinato e tranquillo del bambino, solitario, ma ricco e ben protetto. Così, il bambino piange una prima volta, perché spaventato e per pietà del vagabondo che gli affida un fagotto con i suoi stracci, dandogli in più il timore della responsabilità. E piange di nuovo, alla fine, per il turbamento di quell incontro. Le scene sono descritte al rallentatore, come in un sogno a occhi aperti, ma, allo stesso tempo, sono cariche di tensione; e l insieme rappresenta, per il piccolo protagonista, una presa di coscienza della diversità. Fra il bambino, estraneo tra la gente che ha intorno, e l altro, forse un fuggiasco e certo un innocuo emarginato, il rapporto è d incomprensione reciproca, per timori e apprensioni, ma in fondo i due sono accomunati dalla condizione di solitudine. Goffredo Parise (1929-1986), nato a Vicenza, visse a lungo a Milano e a Roma. Autore di romanzi di grottesca ironia e acuta analisi degli aspetti alienanti della società (Il ragazzo morto e le comete, 1951; La grande vacanza, 1953; Il prete bello, 1954; Il fidanzamento, 1956; Il padrone, 1965), passò poi a toni introspettivi, con i racconti raccolti ne Il crematorio di Vienna (1969), in Sillabario I (1972) e Sillabario II (1982). Collaboratore di vari periodici e quotidiani, scrisse, fra l altro, validissimi reportages dall estero. G. Parise, Sillabario 1 Sillabario 2, Milano, Mondadori 1982.