pio, certi vocaboli cubani o cileni non sono intesi in Perù, in Colombia o in Argentina, e viceversa. Non mancano, inoltre, isolate testimonianze di qualche linguaggio autoctono (dal quechua peruviano alla parlata maya sulla costa del Guatemala e nell Honduras, dagli svariati idiomi degli indios nel Belize al tup dei guaran nell Argentina meridionale) o composito, come il creolo afroportoghese dello Stato di Bahia. Esistono, infine, oltre al caribe lusitano (Bahia) e a quello ispanico (Cuba, Repubblica Dominicana, Puerto Rico, Panam , Costa Rica, Belize e zone costiere della Colombia, del Venezuela, del Nicaragua, dell Honduras e del Guatemala), alcune aree caraibiche francofone (Haiti, Guadalupa, Martinica, Guyana francese), anglofone (Giamaica, Trinidad-Tobago, Bahama, Bermuda, Guyana, Honduras britannico, Isole Vergini, Barbados, Grenada, Turcas e Caicos, Isole di Sotavento, Isole di Barlovento, Santa Lucia) e di lingua olandese (Suriname e Antille olandesi). 3. La prosa latinoamericana prima del XX secolo Per molti anni dopo l arrivo nelle Bahama (1492) di Cristoforo Colombo e sulle coste brasiliane (1500) di Pedro Alvares Cabral, ebbe difficoltà a svilupparsi una prosa latinoamericana autonoma, anche per il divieto da parte del governo spagnolo (1531) di pubblicare e importare nelle colonie qualsiasi libro di finzione. La quasi totalità della produzione iniziale è, quindi, rappresentata dagli scritti (lettere, diari, memorie, relazioni di viaggio e simili) di cronisti europei (ad esempio, Cristoforo e Fernando Colombo, Hern n Cortés, Gonzalo Fern ndez de Oviedo, Bernal del Castillo, N ez Cabeza de Vaca, i tre fratelli Pizarro e per il Brasile Pero Vaz de Caminha e Fern o Cardim), affascinati dallo strano mondo meraviglioso appena scoperto e dai suoi abitanti. Di particolare interesse risultano pure le testimonianze dei missionari, autori di testi geografici, storici o linguistici e di resoconti alle autorità centrali in Europa (fra i tanti, il francescano Bernardino de Sahag n per il Messico e il gesuita José de Anchieta per il Brasile). Più rare sono le opere di prosatori locali, fra cui spiccano, comunque, i Commentari reali (1609 e 1617) dell inca Garcilaso de la Vega, primo tentativo di lettura della conquista nell ottica di una delle civiltà indigene e di sia pur velate rivendicazioni dei diritti degli indios, sostenute peraltro anche dal domenicano spagnolo Bartolomé de Las Casas. 11