13 Paolo Villaggio Fantozzi si dà al tennis Vivere in una società basata sulle regole del profitto, in cui conta più l avere che l essere, in cui tutto è velocizzato e tecnicamente perfetto, per un personaggio mediocre, semplicione e un po goffo come il ragionier Fantozzi significa annaspare in un intrico di difficoltà, subire ingiustizie e soprusi. Qualsiasi cosa egli faccia non va mai a buon fine, o per la sua inadeguatezza o perché qualcuno approfitta della sua ingenuità. Perfino una nuvoletta malefica pare stargli sempre vicino, giusto per rendergli deludente la sospirata vacanza o la gita domenicale. Fantozzi, come molti di noi, vorrebbe emergere; ogni tanto si accendono in lui improvvisi lampi di ambizione che si spengono poi rapidamente di fronte alla realtà. Allora non gli resta che sognare di essere una persona diversa e avere una vita più bella. Questo accadrà anche nella storia che leggerete. Il suo essere inadeguato di fronte alla realtà che lo sovrasta è fonte di tragicomiche disavventure che suscitano, è vero, il riso, ma anche una riflessione un po amara per ciò che questo personaggio rappresenta: il prototipo del perdente nella vita. Paolo Villaggio nasce a Genova nel 1938. Inizialmente si dedica al cabaret, quindi lavora in televisione come presentatore e attore comico. Raggiunge il successo ideando, nel 1975, il personaggio di Fantozzi, da lui stesso interpretato in molti film. Nel 1996 recita in teatro L avaro di Molière nel ruolo del protagonista Arpagone; per il cinema interpreta alcuni film, tra cui La voce della luna di Fellini e Io speriamo che me la cavo. Famosi i suoi libri Fantozzi, Fantozzi contro tutti, Fantozzi subisce ancora. P. Villaggio, Fantozzi, Rizzoli, Milano 1971.