165 Moni Ovadia L ebreo che ride Gli shtetlach erano piccoli villaggi ebraici di varie regioni dell Europa orientale, dalla Polonia fino alla Russia, interamente distrutti durante la seconda guerra mondiale dai nazisti. I villaggi erano formati da semplici casette di legno; il luogo più importante era la sinagoga, dove ci si riuniva per pregare tutti assieme. Gli abitanti erano gente semplice, modesta, con scarse possibilità economiche: mercanti, bottegai, artigiani, sensali di matrimoni, qualche nulla facente che campava grazie alla generosità della comunità, donne, bambini e la persona più importante e carismatica, il rabbino. Egli era il capo e il responsabile del villaggio, il saggio a cui tutti ricorrevano per avere consigli, insegnamenti e aiuti. Ovadia, attraverso gustose storielle, fa rivivere questi personaggi; di questo microcosmo conoscerai tre personaggi che ti faranno sorridere per le loro spiritose battute: attraverso argute risposte riusciranno a togliersi dagli impicci, ma allo stesso tempo a scardinare certezze, mostrando la realtà sotto un altro aspetto. Moni Ovadia nasce nel 1946 a Plovdiv in Bulgaria, da famiglia ebraica. Trasferitosi in Italia si laurea in Scienze politiche a Milano. La sua grande passione è il teatro e comincia la sua attività artistica come cantante e attore. Fin dal 1984 inizia a collaborare con registi e autori teatrali. Nel 1987 con Maura Cantoni crea Dalla sabbia, un primo esempio di teatro musicale; nel 1993 si impone al pubblico con Oylem Oylem, spettacolo che coniuga cabaret e teatro musicale. Nel 1995 mette in scena uno spettacolo sull Olocausto, Dybbuk. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Perché no? (1996) e Ballata di fine millennio (2002). M. Ovadia, L ebreo che ride, Einaudi,Torino 1998.