47 Anton C echov Il punto esclamativo Spostiamoci, ora, con la fantasia, in un altro luogo e in un altra epoca: nella grande Russia degli Zar, la Russia di fine Ottocento. Il protagonista di questa storia è Jefim Perekladin, un modesto impiegato statale, ai servizi di un enorme apparato burocratico dove a chi lavora nei gradi inferiori della gerarchia non è richiesta una grande cultura, ma bella grafia, precisione e tanta pratica. Tutte doti che il nostro personaggio possiede.Con il suo posto fisso, il pane assicurato, Perekladin si sente pienamente appagato. Ma un giorno, qualcuno più giovane e più acculturato di lui, scardina le sue certezze, insinuando che egli sia inadeguato al ruolo e al lavoro che svolge. Che cosa può allora accadere al tranquillo impiegato? Il tarlo del dubbio prende a consumarlo, Perekladin cade in preda al panico, piomba in un vero e proprio incubo lungo tutta una notte. Anton Pàvlovic C echov nasce aTaganrog in Ucraina nel 1860 da una famiglia della media borghesia e si laurea in Medicina. Nel 1880 inizia la sua attività di scrittore con brevi racconti umoristici pubblicati su riviste moscovite. Nel 1884 esce in un volume la sua prima raccolta Racconti di Melpomene, seguita da Racconti variopinti (1886). Nel 1888 il successo arriva con la novella La steppa. Dal 1887 alterna la produzione di racconti con drammi teatrali, quali Il gabbiano (1895), Zio Vanja (1900), Il giardino dei ciliegi (1903) in cui sviluppa i temi della rassegnazione dell uomo di fronte al destino. Muore, malato di tisi, in una casa di cura in Germania, a Badenweiler, nel 1904. A. C echov, Racconti umoristici, trad. di A. Polledro, Edizioni e/o, 1991.