FEDERIGO C era una volta un giovane signore chiamato Federigo, bello, ben fatto, cortese e bonario, ma di costumi molto dissoluti, poiché amava in modo eccessivo il gioco, il vino e le donne; soprattutto il gioco. Non andava mai a confessarsi e non frequentava le chiese se non per cercarvi occasioni di peccato. Ora, accadde che Federigo, dopo aver rovinato al gioco dodici rampolli di famiglie agiate che divennero in seguito dei briganti e morirono senza confessione in un combattimento accanito contro gli scagnozzi del re, perse anch egli, in un batter d occhio, tutto ciò che aveva guadagnato, e, in più, tutto il suo patrimonio, salvo un piccolo maniero1, dove andò a nascondere la sua miseria dietro le colline di Cava2. Tre anni erano trascorsi da quando viveva in solitudine, cacciando di giorno e facendo, la sera, la sua partita a ombra3 con il mezzadro4. Un giorno in cui era appena rientrato dopo la caccia, la più fortunata che avesse mai fatto, Gesù 1 maniero: casa-fortezza tipicamente medievale, abitazione dei signorotti locali, non abbastanza ricchi e potenti, per costruire castelli veri e propri. 2 Cava: piccolo centro non lontano da Salerno. 3 ombra: tipo di gioco con le carte. 4 mezzadro: era un tempo un contadino che coltivava, insieme alla propria famiglia, un terreno non suo; al momento del raccolto, questo era diviso a metà tra il lavoratore e il proprietario del fondo. Oggi, simili contratti non esistono più. 195