IL VICOLO DI DONNA LUCREZIA Avevo ventitré anni quando partii per Roma. Mio padre mi diede una decina di lettere di raccomandazione, di cui una sola, di almeno quattro pagine, era chiusa nella busta. Sull indirizzo c era: Per la marchesa Aldobrandi . Mi scriverai , mi disse mio padre, se la marchesa è ancora bella come un tempo . Fin dall infanzia, avevo visto nel suo studio, appeso sopra il caminetto, il ritratto in miniatura di una donna estremamente graziosa, la testa incipriata e incoronata di edera, con una pelle di tigre sulla spalla. Sul sfondo, si leggeva: Roma 18. L acconciatura mi sembrava singolare e mi era venuto parecchie volte da domandare chi fosse quella signora. Mi si rispondeva: Una baccante1 . Ma quella risposta non mi soddisfaceva affatto; anzi sospettavo che nascondesse un segreto poiché, a quella domanda così semplice, mia madre serrava le labbra e mio padre prendeva un aria seria. Quella volta, dandomi la lettera sigillata, guardò furtivamente il ritratto; involontariamente feci lo stesso e mi venne l idea che quella baccante incipriata potesse proprio essere la marchesa Aldobrandi. Dato che incominciavo a capire le cose del mondo, trassi ogni sorta di conclusioni 1 baccante: nella Grecia e nella Roma antiche, donna che, celebrando le feste per Bacco, raggiungeva una vera frenesia sensuale. 211