165 Ser Giovanni Fiorentino Giannetto mercante di Venezia Che cosa spinge Giannetto, giovane protagonista di questa novella, ad approdare con la propria nave per ben tre volte al porto di Belmonte, dove sa che correrà il rischio di perdere i propri averi, la nave e forse anche la vita? Desidera forse sposare la bella signora di Belmonte? Oppure si ostina a lottare contro la sorte che gli ha sempre concesso tutto? Chi può saperlo Quello che sappiamo, invece, è che è disposto a mettere in gioco non solo la propria vita, ma anche quella del suo generoso padre adottivo, che per finanziare le sue spedizioni si mette nelle mani di un crudele usuraio. Una novella con tanti colpi di scena e un finale sorprendente. Di Ser Giovanni Fiorentino conosciamo quel poco che ci fanno sapere egli stesso e il suo amico Franco Sacchetti. Frate francescano e notaio, è profugo e vive in esilio lontano da Firenze, dove, probabilmente nel 1378, inizia a scrivere il suo libro intitolato Il pecorone. Si tratta di cinquanta novelle narrate in un monastero di Forlì, in 25 giorni, vicendevolmente da una monaca e un frate. Questa vicenda dei due novellatori è naturalmente un espediente per imitare la cornice di Boccaccio. Di queste novelle diciannove sono originali. Le rimanenti, invece, ripetono temi già presenti in altre opere. Shakespeare e altri grandi artisti delle epoche successive vi trovarono ispirazione per alcune delle loro opere. Ser G. Fiorentino, Il pecorone.