Giuseppe Tomasi di Lampedusa LA GIOIA E LA LEGGE In uno dei suoi romanzi più noti il grande scrittore francese JeanPaul Sartre allude all umile diritto all onorabilità che vent anni di obbedienza conferiscono all impiegato : l osservazione è sprezzante ma ritrae perfettamente la sottomessa mediocrità di tanti frustrati subalterni. Si tratta di un tipo umano ben preciso che ricompare in questo racconto di Tomasi di Lampedusa, mentre è intento a portare a casa un bottino insperabile e insperato: un colossale panettone che l ironica pietà dei colleghi ha deciso di lasciare al più misero di loro. Ma i vinti, i perdenti per definizione sono destinati a non godere mai di un momento di riscatto, a piegare comunque la testa, anche quando una modesta fortuna arrida loro. Così il panettone prenderà altre strade e l uomo che aveva vissuto un riflesso di gioia nello stringere un oggetto tanto al di sopra delle sue possibilità si ritroverà più povero e più umiliato di prima. Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo, 1896 - Roma, 1957), discendente di una famiglia principesca di antica origine, partecipò alla Prima guerra mondiale, durante la quale fu fatto prigioniero: evaso dal campo di concentramento, fu protagonista di una fuga avventurosa che lo condusse fino alla sua Sicilia. Visse poi un esistenza appartata, caratterizzata da lunghi soggiorni in Francia, Lettonia e Inghilterra. Quando cercò di pubblicare il proprio unico romanzo, Il Gattopardo, incontrò ripetuti rifiuti da parte delle case editrici, tanto che l opera uscì postuma (1958), salvo incontrare subito un enorme successo, diventando un vero best seller. Anche i racconti furono pubblicati dopo la morte, in seguito all enorme interesse creatosi intorno al suo nome grazie alla popolarità del romanzo. da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, I Racconti, Milano, Feltrinelli, 1958 271
Giuseppe Tomasi di Lampedusa - LA GIOIA E LA LEGGE