O. Henry IL DONO DEI MAGI C era una volta, in una grande città di un tempo non molto lontano, una tenera coppia di giovani sposi che si amavano tanto, ma non avevano soldi neppure per scambiarsi un regalo di Natale. Alla fine, tuttavia, ci riusciranno e, anche se il risultato sarà del tutto inutile, si tratterà di un reciproco dono da regina e da re. Così si potrebbe sintetizzare questo delizioso racconto, con personaggi di tale umanità da racchiudere in sé una luce da favola, narrata con equilibrio fra sentimento e ironia. All autore, già nel primo anteguerra, la civiltà capitalistica statunitense, pur con le sue innegabili attrattive, appare squilibrata e contraddittoria, con le sue miserie e sperequazioni. Eppure, secondo l accattivante storia che segue, ci si può illudere di essere liberi anche dalla povertà, ma solo in nome dell amore. Il novelliere che in arte si firmava O. Henry (1862-1910), ma era William Sidney Porter per lo stato civile, nacque a Greensboro (CN). Autodidatta di umili origini, lavorò nel Texas per molti anni, dapprima in un ranch, poi, sino al 1894, come cassiere di banca. Nel 1896, fu accusato, sembra ingiustamente, di aver sottratto una piccola somma nella banca in cui era stato impiegato. Anche dal carcere continuò a pubblicare le sue short-stories, inviandole a giornali di New York, città in cui si trasferì nel 1902 e rimase, mietendo successi come scrittore, sino alla morte. Raccolse dodici volumi di racconti, dal sottofondo ironico, malinconico o talora grottesco, ma sempre ricchi d intelligenza e di un incantevole grazia, come quelli contenuti in Cavoli e re (1904), Cuore del West (1907) e La voce della città (1908). da O. Henry, Memorie di un cane giallo e altri racconti, Milano, Feltrinelli, 1962, trad. it. di G. Manganelli 267