Harriet Beecher Stowe IL MERCATO DEGLI SCHIAVI Un mercante compra all asta un gruppo di schiavi, com era consuetudine, nell Ottocento, negli Stati schiavisti del Nordamerica. La scena è sconcertante e drammatica, perché non si tratta di bestiame o di semplice merce , ma di esseri umani, colpevoli solo di essere neri. Una delle prime conseguenze è la sofferenza di una giovane schiava di nome Lucy, cui viene sottratto il figlio con l inganno proprio su quel piroscafo che, come le era stato fatto credere, avrebbe dovuto portarla vicino al marito. Quando capisce che non rivedrà mai più il suo bambino, rimane stordita e sconvolta; e a nulla valgono i tentativi di consolarla da parte dello zio Tom, che, nella notte, assisterà impotente al tragico epilogo. Da Litchfield (CT), dov era nata, Harriet Stowe Beecher (1811-1896), dotata di una profonda e convinta religiosità, si trasferì, nel 1832, a Cincinnati (OH) con il padre, pastore evangelista, e sposò il teologo Calvin Stowe. In seguito, nel Maine, pubblicò La capanna dello zio Tom (1852), romanzo antischiavista che ebbe un successo sensazionale. Dopo due viaggi trionfali in Europa, ritornò più volte sullo stesso tema, ad esempio con Dred, racconto della grande palude desolata (1856) e con i bozzetti di Gente all antica (1869). Poi visse alcuni anni in Florida, dove scrisse un volumetto autobiografico, e altri, sino alla morte, a Hartford (CT). Fra i suoi numerosi interventi didattici e polemici, spicca Mia moglie e io (1871), in cui espose le sui idee sulle pari opportunità per le donne. da H. Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom, Milano, Rizzoli, 2001, trad. it. di B. Boffito 67