56 DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA 4 Pecore e cadaveri Nonostante il bicchiere di vino di Maritornes, il povero Sancio avrebbe volentieri scambiato stomaco e budella con il primo viandante in cui si fosse imbattuto, tanto se li sentiva pesti e incapaci di svolgere per l avvenire il compito loro. Ma Don Chisciotte non ebbe esitazioni in proposito. Mostrandogli infatti un ampollina1, ermeticamente sigillata, che teneva nella tasca della sella, gli rivelò a mezza voce, come se si trattasse del più grande dei segreti, che quello era un elisir2 portentoso, che egli aveva preparato secondo la ricetta di un certo Ferabraccio3, che Sancio non comprese bene se fosse mago, gigante o cavaliere errante. Fatto sta, a ogni buon conto, che il liquido sembrava davvero essere un dono generoso del cielo a questa povera terra. Se utilizzato per uso interno, infatti, aveva il potere di risanare e cicatrizzare ferite. Come sembra fosse accaduto a un certo cavaliere, che, diviso a metà da un fendente di scimitarra musulmana4, dopo aver spalmato l unguento sulle due parti di se medesimo e averle poi ricongiunte in modo 1 ampollina: piccolo recipiente di vetro. 2 elisir: sostanza medicinale. 3 Ferabraccio: mago dei racconti cavallereschi. 4 scimitarra musulmana: sciabola a lama larga a ricurva usata dagli antichi eserciti musulmani.