Isabel Allende UN ALTRO STATO DI COSCIENZA Nel libro, nato da una terribile esperienza autobiografica e scritto quasi in forma di diario, l autrice rievoca con sofferta immediatezza la grave malattia, il lungo coma e la morte della figlia Paula, una ventottenne innamorata del marito e felice del proprio lavoro. Il resoconto dei fatti sembra un affermazione morale della scrittura sul dolore di chi sopravvive a una simile perdita. Tuttavia, nelle pagine private e insieme universali che seguono, il coraggioso esercizio di autocontrollo letterario fallisce, e la partecipazione emotiva e il turbamento prevalgono. Ormai le cure mediche hanno mostrato la loro impotenza, le interminabili ore di attesa nei corridoi dell ospedale sono terminate e Paula giace, immobile e incosciente o forse in un altro stato di coscienza, nel suo letto di casa. Il dramma cui si assiste è quello dello strazio della madre, del marito e dei familiari, acuito dall alternarsi di illusorie speranze in un risveglio salvifico e di dubbi sull opportunità di continuare a lasciar vivere all ammalata ancora anni di nonvita o augurarsi per lei una fine liberatrice, anche perché Paula stessa, quando ancora stava bene, aveva scritto nel suo testamento di preferire la seconda soluzione, in caso di necessità. La narratrice sudamericana Isabel Allende (Lima, 1942), nata in Perù, ma vissuta a lungo in Cile, lavorando come giornalista e scrivendo libri per l infanzia, dopo il golpe di Pinochet (1973) si è trasferita in Venezuela e oggi risiede in California. Con il primo romanzo, La casa degli spiriti (1983), si è subito affermata come una delle voci più autorevoli della narrativa contemporanea ispanoamericana. Tra i suoi innumerevoli best-sellers compaiono Eva Luna (1987), La figlia della fortuna (1998) e Ritratto in seppia (2000). da I. Allende, Paula, Milano, Feltrinelli, 1994, tra. it. di G. Guadalupi. 235