Alfred D blin UOMINI E MACCHINE Gli uomini del terzo millennio avanzato hanno raggiunto una perfezione tecnica straordinaria, che ha permesso la formazione di una civiltà nuova. Volontà inesauribile, spirito di ricerca, società compatta e unione mondiale hanno liberato le macchine, prima privilegio di pochi, ed esse, a loro volta, hanno prodotto libertà e ricchezza. Sono state superate guerre e disoccupazione, sono fioriti grandi agglomerati urbani e l umanità si è trovata padrona di terra e cielo. Bisognerà vigilare per mantenere il benessere conseguito. Questo è il semplice e vibrante messaggio d inizio qui riportato. Se poi la trama del romanzo prosegue con una serie di fallimenti catastrofici, contrastati alla fine solo da qualche superstite, che saprà ritornare in armonia con se stesso e con la natura, ciò interessa solo come ammonimento. Infatti, pessimismo e allarmismo sono controproducenti e, comunque, inutili, perché nessuno può fermare il progresso, mentre è possibile definirne il tipo, agendo per un migliore connubio uomo-macchina mediante un uso equilibrato della tecnologia e ricordando che i maggiori pericoli dipendono dalle scelte e dai comportamenti umani più che dai ritrovati scientifici. Lo scrittore tedesco Alfred D blin (Stettino, 1878 - Emmendingen, 1957), di famiglia ebraica, unì la professione medica e la ricerca scientifica a un attività letteraria dagli esordi precoci. Mentre alcune sue opere bruciavano sui roghi nazisti, emigrò in Francia e in seguito negli Stati Uniti, ma, dopo la fine della guerra, ritornò in patria. Espresse il suo eclettico talento narrativo dapprima in forma espressionistica (La guerra di Wadzek alla turbina a vapore, 1918; Monti, mari e giganti, 1924), poi realista (Berlin Alexanderplatz, 1929), infine misticheggiante, come nel dialogo religioso L uomo immortale (1946). da A. D blin, Giganti, Milano, Mondadori, 1995, trad. it. di C. e A. Oberdorfer. 331